Iris di Marzo
TRAMA:
Una nuova indagine per Giorgia Cantini; l’investigatrice privata viene ingaggiata da Teresa Palazzo, una madre quarantenne, per sorvegliare il figlio Libero, un adolescente che è entrato a far parte di una baby gang di quartiere. Libero ama la musica rap e hip hop e frequenta, con scarsi risultati, un istituto tecnico industriale; non sa immaginare il suo futuro, e insieme agli amici sperimenta alcol e droghe in notti di noia e rabbia più o meno soffocata. Hicham, un diciottenne marocchino, è uscito dal carcere minorile, dove ha scontato una pena per reati minori; Charlie, invece, ha lasciato la scuola e consegna pizze a domicilio.
Tra loro c’è anche Iris, che è appena andata a vivere altrove dopo una brutta vicenda di festini a luci rosse. I ragazzi sono tutti un po’ invaghiti di lei. Iris è sfrontata, si dà arie da donna navigata, coltiva il sogno di fare l’attrice e preferisce gli uomini maturi ai suoi coetanei. Purtroppo, il suo corpo, accoltellato a morte, viene ritrovato dentro un carrello del supermercato, in una zona periferica di Bologna. Luca Bruni, l’ex di Giorgia, incarica l’ispettore Manlio Severi di occuparsi dell’indagine.
Giorgia però non resta con le mani in mano, e avvia una ricerca del colpevole parallela a quella condotta dalla polizia, frequentando i parchi e i bar dove si ritrovano Libero e la sua ghenga, nel tentativo di conoscere qualcosa in più di questa “gioventù bruciata”, mossa dalla volontà di scoprire perché Iris, apparentemente così scaltra e piena di vita, abbia trovato la morte in una fredda alba di marzo, un marzo che non vuole saperne di lasciarsi l’inverno alle spalle.
RECENSIONE:
Grazia Verasani ci regala una nuova avventura (la settima) di Giorgia Cantini, investigatrice bolognese. Con “Iris di Marzo” L’autrice ci immerge in una Bologna contemporanea, attraverso una concreta introspezione sul mondo giovanile che vede Giorgia Cantini impegnata in un ruolo particolare, quello della sorella maggiore per un diciasettenne, Libero, implicato nell’omicidio di una amica, una sorta di Dalia nera (peraltro richiamata nel libro). Grazia Verasani disegna questa settima avventura, Iris di Marzo di Giorgia Cantini con grazia, ma affrontando il disagio di chi si trova a vivere in una sorta di sospensione tra passato e futuro, tra speranze e delusioni.
La protagonista non può non immedesimarsi in quei ragazzi con i quali deve confrontarsi: quei giovani di quartiere, senza prospettive, persi nella rete della droga, delle baby gang e del vuoto che li circonda e fagocita, apparentemente senza speranza o vie di uscita.
Un’indagine che apre all’analisi psicologica di una generazione senza futuro, che fa risaltare una forte inquietudine che non può trovare risposte facili e scontate.
“Iris di Marzo” è un giallo ben scritto, che parla di disillusioni, di come amore e morte spesso s’incrociano senza via di scampo. Il tutto sostenuto da una scrittura e uno stile secchi, duri, privi di fronzoli come la protagonista. Un’opera dalla soluzione inaspettata, ricca di sfumature e che ha il pregio di spingere il lettore in un’indagine sociologicamente interessante e mai banale. Tra tutti i personaggi, una menzione speciale per l’assistente Gen, disegnata e descritta con grazie e intimità, con caratteristiche caratteriale del tutto diverse dalla protagonista Giorgia, ma, nel contempo, affine, intima e partecipe, permettendo alle due donne di essere una bella coppia di personaggi complementari.
Editore: Marsilio Farfalle
Pagine: 160
Anno di pubblicazione: 2025
AUTORE:

Grazia Verasani (Bologna, 1964), scrittrice, drammaturga, musicista, ha pubblicato a oggi quattordici libri, tra cui Quo vadis baby? (2004), che nel 2005 è diventato un film di Gabriele Salvatores e in seguito una serie tv prodotta da Sky. La sua opera teatrale From Medea – Maternity Blues, rappresentata in Italia e all’estero, nel 2012 è diventata un film vincitore di due Globi d’oro. Il suo ultimo romanzo è Lettera a Dina (2016). Ha studiato pianoforte classico e collaborato con diversi artisti. Lavora anche come sceneggiatrice e ha scritto articoli per quotidiani e riviste. I suoi libri sono tradotti in vari paesi, tra cui Francia, Germania, Portogallo, Stati Uniti, Russia.