La vita contro
Recensione di: Simona Martignetti
TRAMA:
Umberto e Angela si incontrano. Lui alla soglia della pensione, alcolista, cresciuto al CEP – esperimento di aggregato popolare affacciato sulla laguna di Venezia – e lei poco più che ventenne, appena uscita dal carcere della Giudecca, proveniente da una rispettata famiglia ottusamente cattolica, la cui infanzia è stata scandita dalle ossessioni di un padre bigotto. Quando si incontrano per la prima volta, Umberto è il serio, scorbutico e apprezzato macellaio di un supermercato di Mestre che porta sulle spalle il peso di una terribile tragedia accaduta vent’anni prima. Abbandonato dalla moglie e dal figlio, trascina la sua esistenza in solitudine.
Angela, ospite di una comunità, arriva al reparto macelleria come stagista, grazie al progetto di recupero proposto dai servizi sociali, al solo fine di ottenere l’affido di Martin, il figlio avuto da Florian, che durante la sua detenzione era stato affidato ai nonni. L’errore di Angela è stato quello di aver ingenuamente creduto alla lealtà del giovanissimo padre del bambino, finendo invischiata, invece, in una serie di attività criminali. Umberto e Angela, dopo un primo momento di collisione, iniziano ad avvicinarsi. Senza volerlo, senza sapere di esserne capaci, finiranno per proteggersi a vicenda, accompagnati dalla lenta scoperta della bellezza, sino all’inaspettato finale.
Con una voce calibrata, emozionante, autentica, l’autrice ci racconta una storia di dolore e riscatto con due protagonisti diversissimi che saranno capaci, tuttavia, di dare vita a un’amicizia virtuosa imperniata sulla solidarietà e il sostegno reciproco.
RECENSIONE:
“La vita contro” di Rita Ragonese parla di Angela e Umberto, due persone agli antipodi, accomunate da una sola cosa: il dolore. Lei vive la sua vita da bastian contrario, lui si rifugia nell’alcol. Lei è appena uscita dal carcere della Giudecca, lui si rintana in un piccolo appartamento sopra una trattoria a Mestre. Lei è stata abbandonata dalla sua famiglia, ultra cristiana e conservatrice, quando è rimasta incinta, ancora minorenne. Lui è stato abbandonato da moglie e figlio quando la figlia maggiore è morta (ammazzata). La “vita contro”, per loro, è una realtà. Contro il mondo, contro chi cerca di aiutarli, contro loro stessi.
Proprio sullo sfondo di una Mestre umida e nebbiosa, le vite di questi due personaggi, al limite della società, si incontrano e si intrecciano. E giorno dopo giorno costruiscono un rapporto, fatto di scontri e mutismo, ma anche di apertura e sostegno. Umberto per la prima volta racconta cosa è successo alla figlia; Angela racconta la sua storia e i suoi desideri. E insieme crescono, costruiscono, ricominciano a vivere.
Angela trova in Umberto il padre (il pater, nel libro, a sottolineare la distanza tra lui e la figlia) che non l’ha mai accolta; Umberto trova in Angela la figlia che avrà per sempre quindici anni.
Con una scrittura che squarcia la nebbia, che procede a elenchi di obiettivi da conquistare e promemoria da non dimenticare, Rita Ragonese ci trascina in un mondo fatto di alcolismo e droga, di scelte sbagliate e arrendevolezza, di caparbietà e voglia di riscatto.
Ragonese, al suo esordio narrativo con “La vita contro”, prende per mano il lettore e lo trascina tra le mura di un istituto rieducativo, nelle aule di un tribunale, tra le corsie di un supermercato. Attraverso il suo libro, Rita riesce a spostare il focus sul quartiere del CEP della laguna di Venezia, diventato poi Villaggio Laguna, e sugli orrori che nasconde sotto il suo asfalto. E riesce a ricostruire la vita di una ragazza di vent’anni e di un uomo prossimo alla pensione come pezzi di un puzzle che si incastrano alla perfezione.
Un romanzo di formazione che si sviluppa su più piani narrativi, che non ha paura di affrontare temi complessi e mischia l’esperienza personale dell’autrice a una narrazione fatta di speranza, che sul finale arriva anche a commuovere.
Editore: Fazi
Pagine: 288
Anno di pubblicazione: 2024
AUTORE:

Rita Ragonese è nata in Libia, dove ha trascorso l’infanzia. In seguito, si è trasferita in Veneto dove vive tuttora. È laureata in Scienze del servizio sociale e ha lavorato per molti anni come assistente sociale maturando una grande esperienza nel campo.