Gotico salentino di Marina Pierri

Gotico salentino
«Non devo più avere timore di me stessa, né di questo luogo che sono io. È la mia famiglia ed è la mia storia».

Gotico salentino

Recensione di: Simona Marti

TRAMA:

Filomena Quarta – ex giornalista quarantenne, da poco orfana di padre – si ritrova all’improvviso in bolletta e con un’ingombrante eredità: la Dimora Quarta, un’enorme casa che appartiene da generazioni alla sua famiglia. Cosí, si vede costretta a lasciare Milano e la sua vita di prima per raggiungere Palude del Salento. L’idea è quella di rendere la casa – «perfettamente ammodernata, dieci camere da letto, a pochi chilometri dal Mar Ionio» – un sontuoso Bed&Breakfast. Questo, se solo la dimora non fosse parte del problema: è, da sempre, infestata.

Del resto Filomena, quando era bambina, proprio tra quelle mura ha visto un fantasma. La malumbra, lo spettro rabbioso di una monaca oscura, è il motivo per cui Filomena a sei anni venne soprannominata dagli abitanti di Palude la stria ca ite li muerti, la bambina che vede i morti. E mentre i coetanei la emarginavano e gli adulti avanzavano improbabili richieste (colloqui con mariti defunti, tentativi di contatto con la cognata trapassata che sicuramente sa dov’è il plico del catasto, e persino la pretesa di avere i numeri buoni del Totocalcio), la famiglia Quarta ne approfittava per nascondere piú a fondo le sue colpe.

Ma oggi Filomena non è piú una bimba sperduta, e non è piú sola. Con lei ci sono le fantasime che suo malgrado è riuscita a evocare: Mary Shelley e Shirley Jackson, le regine del terrore, che si riveleranno indomite e fidate consigliere. In bilico tra la tradizione letteraria ottocentesca e l’andamento scatenato delle serie tv, Marina Pierri racconta di femminismo, legami famigliari, psicoterapia e patriarcato, sempre con intelligente leggerezza. Perché a volte basta poco per riappropriarsi di una libertà, di tutte le libertà, partendo dalla memoria e facendone un atto collettivo. Del resto, «c’è una cosa sola che desiderano le Ombre: essere viste».

RECENSIONE:

Filomena Quarta vede i morti. O meglio, ne ha visto uno quando aveva sei anni e ciò è bastato a marchiarla in paese come medium. Adesso ha quarant’anni, si è trasferita al nord, ma a seguito di un grave lutto si trova costretta a tornare a Palude Salentina, un luogo lontanissimo dal Salento che siamo soliti immaginare, fatto di mare cristallino e spiagge bianche. Al contrario, infatti, Palude Salentina presenta solo campagna brulla e riarsa.

Filomena ha ereditato la casa in cui è cresciuta, dove “i muri strillano” e vive la “malumbra”. Il progetto è quello di trasformarlo in un Bed&Breakfast, ma la casa ha altri piani. Tra queste mura, dove si troveranno a convivere Filomena, la sua amica Alba e il suo amico Antonio, succederà l’incredibile. Ad accompagnare i 3 protagonisti, due donne forti e regine del gotico: Shirley Jackson (in particolare si fa riferimento a L’incubo di Hill House e alla serie tv tratta da questo libro, The Hunting e Mary Shelley (di cui si ricorda Frankenstein e il meno conosciuto diario di viaggio A zonzo per la Germania e l’Italia.

I loro fantasmi guideranno Filomena alla ricerca della verità imprigionata in quella casa, ma faranno anche da guida per la giovane donna, che si scoprirà più forte e determinata di quello che crede. Pronta ad affrontare Orlando Trispet, Filomena porterà alla luce una condizione femminile di oppressione.

Gotico Salentino offre una doppia novità per il genere gotico: svecchiato da Marina Pierri, si mescola qui italiano forbito e dialetto salentino, rendendolo di nuovo accattivante. Inoltre, la struttura a diario (o meglio, scambio di mail tra la protagonista e la sua terapeuta) permette una focalizzazione interna estremamente efficace, in grado di amplificare ogni singola emozione e trasmetterla al lettore nel modo più diretto possibile.

L’omaggio che Pierri introduce, con gli spiriti di due delle maggiori esponenti del genere, incuriosisce il lettore e riaccende la voglia di approfondire. Le atmosfere di Gotico Salentino, limitate a questa grande casa infestata, sono opprimenti già dalle prime righe. La capacità di Marina Pierri nel tratteggiare il personaggio principale ed esprimere le sue emozioni rende vivida ogni scena e incute un po’ di timore in chi legge. I toni cupi sono però smorzati dall’irriverenza e una punta di improvvisa ironia che regala qualche risata inaspettata.

Il finale della storia, seppur intuibile, chiude il cerchio riuscendo a tirare le fila di tutte le sottotrame aperte: dall’amore al femminismo, dalla storia al presente.

Marina Pierri, qui al suo esordio in narrativa, dimostra una grande competenza del tema trattato. Già in precedenza, sempre per Einaudi, si era occupata delle stesse tematiche nel libro Spettri, dal taglio più tecnico e meno romanzato.

Editore: Einaudi

Pagine: 240

Anno di pubblicazione: 2025

AUTORE:

Marina Pierri

Marina Pierri, laureata in semiotica all’Università di Bologna, vive e lavora a Milano. È cofondatrice di FeST – il Festival delle Serie Tv, ed è series developer per EDI – Effetti Digitali Italiani. Insegna inoltre nella scuola online «Come si scrive una grande storia». Ha scritto di serialità televisiva, letteratura e videogiochi per «Wired», «Corriere della Sera», «Rolling Stone» e «Vanity Fair». Ha pubblicato Eroine (Tlon 2020), Lila (Giulio Perrone 2023) e Spettri (Einaudi 2024). Sempre per Einaudi ha pubblicato Gotico salentino (2025), il suo primo romanzo.

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