Il buio dietro le maschere: nulla è come sembra. Intervista alla sua autrice Claudia Proietti

Claudia Proietti

Il buio dietro le maschere

DOMANDE DI: Barbara Casavecchia

SPAZIO CURATO DA: Sharon Lattanzi

Il buio dietro le maschere

Autore: Claudia Proietti è di Roma, classe ’85. Laureata in Lingue nella Società dell’Informazione si appassiona allo studio della Filologia. Il suo primo romanzo è “L’alba della notte” e per anni smette di scrivere continuando, però, a collaborare con alcune riviste online. Il suo esordio nel giallo comincia con “La coscienza del male” pubblicato nel 2023.

ThrillerLife: ciao Claudia! Grazie per aver accettato questa intervista. La prima domanda che vorremmo farti è: come è nato il personaggio di Adriano Zenotti e come sei riuscita a creare un personaggio che il lettore non riesce a colpevolizzare?

Claudia Proietti: Ciao! Grazie a voi per questo spazio. Il personaggio di Zeno è nato un po’ di getto. Nel 2022 ho scritto un racconto per un concorso (il primo dei tanti a cui ho partecipato), era il flusso di coscienza di un assassino che, soltanto alla fine, si presentava come un tutore della legge.

Il racconto in questione (divenuto poi il prologo de La coscienza del male) ha ricevuto un premio la cui motivazione lo definiva “corale” e quell’appellativo ha generato in me, oltre a un po’ di perplessità, la curiosità di approfondirne la conoscenza. Così, il personaggio si è delineato praticamente da solo in tutte le sue sfaccettature.

ThrillerLife: non ho potuto fare a meno di notare una certa somiglianza con Dexter. In qualche modo ti sei ispirata a lui o avevi già in mente una figura dalla doppia vita?

Claudia Proietti: ogni volta che rispondo a questa domanda mi viene da sorridere perché la verità è che non ho mai visto la serie TV se non nel menu principale di Netflix; sapevo di cosa parlasse Dexter, ma non mi è mai venuto in mente durante la creazione di Zeno. Quando per la prima volta un lettore ha accostato i due personaggi, tratteggiandone anche le differenze, ho approfondito la questione.

In realtà il quid che ha generato la doppia vita di Adriano Zenotti risiede nel mio lavoro. Mi occupo di ragazzi con bisogni educativi specifici, ADHD e altre particolarità; nessuna di queste cose è una malattia, eppure a volte le diagnosi sembrano dire chissà che cosa. Molti ragazzi, soprattutto in adolescenza, si sentono catalogati, bollati in virtù di qualcosa che, in realtà, non è nulla, ma che li influenza. Da lì la critica “sociale”, la provocazione di creare un personaggio con un background perfettamente “normale”, senza nessun tipo di “problema” o “trauma” ma ugualmente e inesorabilmente colpevole. Una beffa alle catalogazioni.

ThrillerLife: i riferimenti ai casi di cronaca del passato descrivono particolari non noti al grande pubblico. Quanto tempo ti hanno impegnato le ricerche per rendere la storia così realistica?

Claudia Proietti: Ho sempre nutrito un grande interesse nei confronti delle dinamiche criminali dei serial killer. Da adolescente ho studiato quelle “estere”, poi, la magistrale narrazione di Carlo Lucarelli mi ha avvicinato al crimine nostrano e mi si è aperto un mondo. Ho analizzato e approfondito casi di cronaca italiana rimanendo molto sorpresa di come fossero stati davvero poco trattati, il più delle volte per colpa dei contesti socioculturali – a volte anche politici – durante i quali erano avvenuti.

In particolare, mi ha colpito la noncuranza con cui sono state, al loro tempo, trattate le vittime. Per questo motivo, una volta terminato il primo libro, La coscienza del male (nel quale Zeno fa la sua comparsa), ho avuto subito chiaro in mente l’argomento che avrei voluto trattare nel suo seguito. Certo, ho dovuto non solo “ripassare”, ma studiare quasi ex novo i casi, però l’ho fatto con passione, anche con l’intento di riscattare la memoria delle persone uccise. E poi, quando la materia piace, si fatica di meno.

ThrillerLife: se dovessi immaginare Zeno sullo schermo da quale attore italiano (o straniero) vorresti che fosse interpretato?

Claudia Proietti: In realtà mentre scrivevo la prima storia, l’ho immaginato più come opera teatrale; non so perché. Il buio dietro le maschere lo vedo, invece, più cinematografico. Comunque, pur non avendo chiaro in mente una persona esistente che corrisponda a lui, forse lo vedrei un misto tra Kim Rossi Stuart e Alessandro Gassmann, ovviamente entrambi riportati intorno alla sua età.

ThrillerLife: l’attitudine comune dei lettori di gialli è quella di voler scoprire l’assassino prima del termine del libro. Quanto ti sei divertita a giocare con chi ti legge facendogli credere di aver capito il finale?

Claudia Proietti: Sarò onesta, più che divertita sono stata per parecchio tempo preoccupata. Ho la terribile abitudine di scrivere senza una scaletta ben delineata; c’è sempre una macrostruttura ovviamente, ma non sono brava a rispettare gli schemi; quindi, spesso mi capita di andare un po’ a braccio e poi rimettere bene i pezzi alla fine. In questo caso, invece, ho avuto tutto subito molto chiaro in mente: sequenza di omicidi, depistaggi, colpi di scena, dall’inizio alla fine.

Uscire da quella che è un po’ la mia zona di comfort mi ha destabilizzato all’inizio; ho temuto fino all’ultimo che si capisse qualcosa prima del tempo. A tranquillizzarmi ci hanno pensato, oltre alla mia insostituibile editor Patrizia Carrozza, sempre pronta e attenta, i beta reader, elemento preziosissimo per chi scrive. Quindi, alla fine sì, un po’ ho gongolato a imbrogliare tutti!

ThrillerLife: quali sono i tuoi libri del cuore?

Claudia Proietti: Sono davvero tanti. Senza pensarci troppo mi vengono in mente Frankenstein di Mary Shelley, tutta la produzione di Arthur Conan Doyle relativa a Sherlock Holmes, Il Conte di Montecristo di Alexandre Dumas, Lo strano caso del dottor Jekyll e Mr. Hyde di R.L. Stevenson, Robinson Crusoe di Daniel Defoe, Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen, Il lungo addio di Raymond Chandler e (ebbene sì!) I promessi sposi di Alessandro Manzoni. Ma sono solo alcuni, sono poligama in materia letteraria.

ThrillerLife: quale messaggio vuoi lasciare ai lettori di ThrillerLife?

La letteratura, così come l’Arte in generale, è tutto ciò che serve per salvarci dall’oblio; leggere è l’arma più forte di cui disponiamo. Perdersi tra le pagine di un libro non è solo un’attitudine, è un super potere e chiunque legge, qualsiasi cosa legga è un supereroe. È la Resistenza. Chi legge storie nere, in particolare, affina una certa destrezza nel cercare luce anche nei luoghi più bui, nelle ombre delle strade, dei fatti e dell’animo umano. È un po’ una missione la nostra, consapevole o meno che sia.

Grazie a te, a tutta la redazione e ai lettori di ThrillerLife per questa bella chiacchierata. Alla prossima.

La redazione di Thriller Life ringrazia Claudia Proietti per la disponibilità.

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