La condanna del silenzio
Recensione di: Laura Crottini e Silvia Deriu
TRAMA:
L’isola di Liten è caduta in disgrazia. Dopo il caos mediatico dell’anno appena passato, i turisti abituali, ormai rassegnati all’idea di aver perso il loro rifugio di pace, l’hanno abbandonata.
Anche la curiosità morbosa dei nuovi visitatori, accorsi per seguire da vicino lo scandalo, si è presto spenta. Come se non bastasse, da settimane una pioggia tremenda, unita a venti fortissimi, funesta la costa. La notizia della scomparsa di una ragazza, che non è rientrata a casa ma apparentemente non ha nemmeno lasciato l’isola, passa così in secondo piano. La polizia di Malmö archivia il caso come una fuga volontaria, mentre online c’è chi ipotizza che si tratti di un patetico tentativo di riportare Liten al centro dell’attenzione, sulle prime pagine di cronaca nera. Turismo nero o dell’orrore, lo chiamano. Ma Kysa Nilsson, giorno dopo giorno, sembra proprio essere sparita nel nulla…
Owe Dahlberg, il capo della polizia, si trova a indagare senza aiuti dal continente. A intervenire sono gli Andersson, la famiglia più influente dell’isola, desiderosi di “lavare l’onta” di aver avuto un assassino in famiglia. Determinati a risolvere il mistero della scomparsa della donna da soli, si proclamano sceriffi e avviano le ricerche. Gli indizi che emergono, tuttavia, suggeriscono che sia avvenuto un vero e proprio rapimento. E che Liten, per l’ennesima volta, stia per finire nell’occhio del ciclone.
RECENSIONE:
Lo scrittore misterioso ArwLitenin J. Seaman (Arwin J. Seaman – Edizioni Piemme) scocca la terza freccia del suo arco letterario facendo centro e colpendo nel segno anche questa volta.
Dopo “Omicidio fuori stagione” e “Un giorno di calma apparente” (Qui la nostra recensione di questo secondo volume) arriva “La condanna del silenzio” la terza indagine del capo della polizia di Liten.
Owe Dahlberg si ritrova nuovamente catapultato in un’indagine che getta ombra sulla sua bellissima isola proprio in un momento in cui Liten, situata tra Svezia e Danimarca, vive una profonda crisi a causa della mancanza di turisti, motore pulsante dell’economia del luogo, a seguito degli ultimi tragici accadimenti.
A mettere benzina sul fuoco, Kysa Nilsson, una giovane donna ribelle e in pessimi rapporti con i genitori, scompare nel nulla. Questo dà vita a una indagine dove le ipotesi più disparate viaggiano di bocca in bocca e dove le prove rinvenute sembrano mostrare un rapimento, anche se gli abitanti di Liten sono scettici al riguardo. Infatti, Kysa è scappata spesso di casa, cosa che fa sorgere dubbi anche nella polizia della “terraferma” che si mostra quindi scettica e poco desiderosa di entrare in scena.
Owe Dahlberg sarà l’unico a non crede alla fuga volontaria e a ipotizzare ben peggiori scenari. Questo porterà il lettore a interrogarsi sulla vicenda e a chiedersi se Kysa sia realmente scappata di sua volontà, magari per farsi notare, oppure se sia stata rapita e da chi.
In questo terzo libro, Arwin J. Seaman si sofferma sulle descrizioni dell’isola, da lui stessa inventata, e regala approfondite descrizioni dei vari luoghi lungo i quali i personaggi si muovono durante la vicenda. Così facendo, il lettore si ritroverà catapultato all’interno di questa comunità orgogliosa e chiusa, sentendosene quasi parte.
Ne “La condanna del silenzio” la storia sembra poggiare su una profonda voglia di riscatto, anche a discapito della ragione. Infatti, quella che doveva essere un’ancora di salvezza per il futuro di Liten e dei suoi cittadini si trasforma in una tragedia i cui responsabili non sono solo coloro che hanno compiuto il crimine, ma anche alcune idee, come lo scetticismo o il pregiudizio, che sono radicati in questa piccola comunità e che le impediscono di andare avanti.
Esempio di questo sentimento di rivalsa, è la famiglia Andersson, una delle più antiche dell’isola, che ha visto la propria reputazione andare in frantumi dopo che uno dei loro membri è stato arrestato per omicidio. Ma c’è un sentimento di riscatto anche in molti giovani del luogo e nel loro desiderio di libertà in un territorio dove tutto sembra immutato, tanto da spingerne molti di loro ad andarsene il prima possibile.
Infine, ci sono i preconcetti che portano a gettare ombre sugli altri concittadini, opinioni che, senza se e senza ma, etichettano ogni abitante portando così ciascuno di loro a dover ingaggiare una personale battaglia contro i mulini a vento del pregiudizio.
Punto di forza della serie di Liten, è la capacità dell’autore di rendere ciascun volume godibile anche a sé stante. I personaggi, infatti, vengono ripresentati e vengono spesso citati anche gli avvenimenti dei volumi precedenti della saga, permettendo così anche al neofita di seguire la vicenda. Ovviamente, però, se si vuole avere un quadro completo e sfaccettato della storia (e soprattutto dei personaggi, estremamente complessi e ben resi) bisogna leggere tutti i volumi. Ogni libro – infatti – è scritto da un punto di vista differente e per tale motivo approfondisce vari personaggi (come Owe, Kaj, Malin e Annelie) al punto che, chiuse le pagine del romanzo, il lettore avrà l’impressione di conoscerli personalmente.
“La condanna del silenzio” risulta dunque un thriller godibile fino al finale e che travolge il lettore con la sua imprevedibilità, grazie a una serie di colpi di scena che portano fino a un ultimo atto che saprà sicuramente toccare nel profondo.
Traduzione: Letizia Sacchini
Editore: PIEMME
Pagine: 362
Anno di pubblicazione: 12/03/2025
AUTORE:

Arwuin J. Seaman è lo pseudonimo di uno scrittore italiano di grande successo. Le indagini sull’isola di Liten è la sua prima serie nordica, ambientata sull’isola di Liten. Tra i titoli, pubblicati da Piemme: Omicidio fuori stagione. La prima indagine sull’isola di Liten, Un giorno di calma apparente, La condanna del silenzio.