“Alla scoperta di Butterfly, un thriller psicologico di Martta Kaukonen”

Martta Kaukonen

Butterfly

DOMANDE DI: Samatha Calligaris

SPAZIO CURATO DA: Laura Crottini

TRADUZIONE A CURA DI: Laura Crottini

Butterfly

Buongiorno cari lettori, la graditissima ospite del nostro spazio interviste di oggi è Martta Kaukonen con il suo nuovo libro “Butterfly” (Longanesi, 2025) letto e recensito dalla nostra Samatha (Link recensione).

Martta Kaukonen vive ad Helsinki; inizia la sua carriera come critica cinematografica, “Butterfly” è il suo romanzo di esordio, tradotto in ben 16 lingue ed in cima alle classifiche di tutto il mondo.

THRILLER LIFE: In Butterfly analizzi in modo puntuale e preciso il ruolo dello psicologo e quello che è la sia metodologia operativa. Ne deduco che ne sei appassionata e che hai fatto studi approfonditi. Cosa ti ha spinto a concentrarti così tanto su questa figura professionale e il suo modus operandi?

MARTTA KAUKONEN: Mia madre è psicologa specializzata in bambini e ragazzi e siccome io sono la maggiore mia madre mi ha usata un po’ come test per le sue teorie. La teoria più importante è che ai bambini bisogna parlare come adulti poiché è irrispettoso nei loro confronti parlare in modo infantile. Sono sicura che questa teoria abbia funzionato con me, ma è anche vero che si sono creati diverse incomprensioni veramente buffe su cui ridiamo ancora oggi.

Detto questo è proprio mia madre la ragione per cui sono entrata così nel profondo della psicologia, avevo già letto talmente tanto con mia mamma da non aver bisogno di approfondire oltre il background di “Butterfly”.

THRILLER LIFE: Quello che succede nella mente di una persona vittima di abusi è un meccanismo complesso e tu in queste pagine sei riuscita a far percepire al lettore in modo impeccabile le sensazioni, le emozioni e il trauma che rimane dopo l’abuso. Come sei riuscita a entrare in queste dinamiche per raccontarle in modo così preciso?

MARTTA KAUKONEN: Al giorno d’oggi ci sono tantissime storie di sopravvissuti all’abuso e per questo ho voluto parlare di una persona che è sopravvissuta solo il minimo indispensabile: è viva, ma la sua vita non è più quella di prima al punto che ha cercato di togliersela diverse volte.

Ho poi voluto affrontare questo tema perché nel cinema la vittima di abuso viene completamente dimenticata, il protagonista è l’uomo (padre, marito, fratello) che cerca di vendicarla spostando il tema proprio sulla vendetta. Per questa ragione non ho voluto mostrare l’abuso bensì le conseguenze di esso.

THRILLER LIFE: La cosa molto interessante di questo romanzo è che oltre a dedicarti alla vittima e al carnefice, metti in primo piano anche la vita e i sentimenti delle persone più vicine ai due. È stato difficile entrare nel ruolo dei personaggi di Clarissa e Arto, inteso proprio a livello psicologico?

MARTTA KAUKONEN: Nella prima versione di “Butterfly” non c’era Arto, è stato il mio editore a suggerirmelo e – benché inizialmente non fossi d’accordo (non lo sono mai a primo avviso, sarà perché da bambina mi hanno trattato come un’adulta?) – ho capito che era un ottimo consiglio. Così ho inventato Arto e sapevo fin da subito che sarebbe stato un giornalista, in modo di aprire il mondo del mio romanzo, altrimenti chiuso alla casa di Clarissa.

THRILLER LIFE: Una storia estremamente attuale quella di Butterfly, dai meccanismi psicologici molto interessanti. Che cosa ti ha fatto venire voglia di scrivere di un tema così importante come l’abuso? Da dove e come nasce la  vicenda di Ira?

MARTTA KAUKONEN: Ho sempre pensato di non poter mai scrivere un libro essendo una critica cinematografica e sapendo quanto scrivere un libro possa esser complicato; ho sempre pensato di non esser in grandi di costruire una trama che reggesse per 400 pagine, personaggi credibili e dei colpi di scena interessanti. Ma una sera – sdraiata nel mio letto – ho sentito una vocina e le prime frasi di “Butterfly” e così ho iniziato a scrivere.

THRILLER LIFE: I personaggi sono davvero ben caratterizzati e completi nella loro parte psicologica. C’è un personaggio che ti ha dato più difficoltà nell’interpretarlo?

MARTTA KAUKONEN: Ovviamente Pekka, ma non posso dire di più senza fare spoiler (se hai letto il libro, invece, sai di cosa parlo!). Al contempo è stato difficile entrare in relazione con l’alcolismo di Arto e Clarissa da momento che io non mi sono nemmeno mai ubriacata: un mio familiare era sempre ubriaco e così mi sono convinta a non voler mai bere in vita mia e vedere come si riduceva ogni volta mi ha convinta.

THRILLER LIFE: In quanto autore ti chiediamo quali sono 3 libri che per te sono stati fondamentali?

MARTTA KAUKONEN: tutto è iniziato con “Dark Places” di Gillian Flynn che mi ha portata ad innamorarmi dell’intero genere.

“To Die For” di Joyce Maynard’ è invece il thriller psicologico che mi ha mostrato il mondo del true crime ed infine abbiamo “Night Films” di Marisha Pessl.

THRILLER LIFE: Prima di salutarci c’è un messaggio che vuoi lasciare ai lettori di Thriller Life?

MARTTA KAUKONEN: se hai già letto “Butterfly” grazie mille! Se invece hai intenzione di leggerlo divertiti! Sono stata veramente felice che il mio libro fosse pubblicato in Italia; ho come l’impressione che voi possiate capirlo appieno, che comprendiate come possa esser di più rispetto ad un thriller psicologico e le domande che vi avete posto lo dimostrano in pieno! Ha significato molto per me.

La redazione di Thriller Life ringrazia Martta Kaukonen per la disponibilità.

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