Il sogno di Unnur
Recensione di Alessandra Boschini
La violenta bufera di neve che si è abbattuta sull’Islanda orientale, isolando completamente le poche case, avrebbe dovuto tenere in casa anche i più audaci. Eppure qualcuno ha deciso di sfidare vento e gelo e di avventurarsi in una delle zone più remote.
In una fattoria dove manca la corrente e la linea telefonica è interrotta, Einar ed Erla si preparano al loro Natale solitario quando qualcuno bussa alla porta. Chi è l’uomo che dice di essersi perso? Cosa sta cercando realmente? E’ un bugiardo o un assassino? Una cosa è certa: in quella casa avvolta dal buio e dal freddo non tutti sopravviveranno.
In seguito al ritrovamento dei corpi, le indagini sono affidate ad Hulda Hermannsdóttir, ispettore della polizia di Reykjavik, rientrata in servizio dopo che la sua vita è stata sconvolta da drammatiche vicende familiari. Ma liberarsi dai propri fantasmi è difficile, Hulda sarà perseguitata a lungo dalla sensazione di non aver capito in tempo. Esiste una fuga dai propri sensi di colpa?
Recensione
Unnur ha un sogno: diventare scrittrice di romanzi e, per farlo, deve uscire dal piccolo guscio del suo paesino di provincia e conoscere il mondo.
Decide così di prendersi un anno sabbatico prima dell’inizio dell’università.
L’Islanda sa essere dura con i propri abitanti, non è un paese che lascia spazio ai sogni, i lunghi mesi di freddo e neve creano isolamento e sconforto, ma lei è piena di voglia di vivere e di curiosità.
Sarà l’autostop a trasportarla verso il suo desiderio di conoscenza e quella fattoria dove può finalmente dedicarsi alla stesura del suo libro.
Con un salto temporale, l’autore ci porta nella casa dei coniugi Einor ed Erla: è la vigilia di Natale, una bufera di vento e neve soffia senza tregua, quando qualcuno bussa alla loro porta.
L’uomo che si trovano davanti dice di essersi perso ma, fin da subito, Erla non riesce a fidarsi dello sconosciuto che racconta solo mezze verità
“quell’intruso che era entrato nella loro casa e ne aveva avvelenato l’atmosfera
fa troppe domande e parla poco di sé, gira per le stanze come se cercasse qualcosa e, man mano che passa il tempo, cresce la paura.
“Il ruggito della bufera, così frequente in quel posto dimenticato da Dio, era abbastanza forte da tenere sveglio chi non ci avesse fatto l’abitudine. Lei ascoltava e tentava di isolare i rumori per concentrarsi su quelli dell’ospite che, oltre la sottile porta di legno, probabilmente s’era addormentato
Einar ed Erla sono così diversi:
“lui era un figlio della natura, apparteneva a quella terra selvaggia e desolata, amava la brughiera, le pecore, la vita della fattoria
Lei, invece, detesta l’isolamento ed il freddo, il buio e la mancanza di contatti umani.
Suo unico sollievo, la lettura e sua figlia Anna che abita nella fattoria vicina.
E’ Natale anche a casa di Hulda, in servizio in quel giorno speciale per dimostrare di essere alla pari con i suoi colleghi uomini
“La polizia era un sistema patriarcale in cui lei si sentiva sempre in obbligo di andare oltre quello che le veniva richiesto, anche se poi se ne pentiva
Ma in casa non regna l’armonia da quando sua figlia Dimma si è rinchiusa in camera e rifiuta di uscire. Sono le bizze dell’adolescenza, le ripete suo marito.
Come fa lui a rimanere imperturbabile di fronte al malessere di Dimma?
Hulda non può lavorare serenamente, sapendo che sua figlia sta male, ma non sa che varcare quella porta sarà come dover rinunciare alla sua vita.
Con un altro salto temporale siamo a febbraio e la polizia sta indagando sulla scomparsa di Unnur, che non ha più dato sue notizie, quando trova i cadaveri di Einar ed Erla e una Mitsubishi bianca poco lontano dalla fattoria, di proprietà del padre di Unnur.
“La svolta riguardava entrambi i casi, il duplice omicidio e la duplice scomparsa perchè a quel punto era ovvio che ci fosse un collegamento. Rimaneva da scoprire quale
Il sogno di Unnur, terzo episodio della trilogia di Hulda ci fa immergere ancora una volta nell’atmosfera cupa e oscura degli inverni nordici, con paesaggi sferzati da bufere di vento e neve che imperversano per mesi, rendendo la vita difficile a chiunque.
Ne Il sogno di Unnur, le persone sono plasmate dagli eventi atmosferici estremi, diventano dure, quasi insensibili e ciniche. Sono pochi coloro che amano la propria terra e, quelli che ci riescono, la vivono con tutta la passione possibile.
L’ispettrice Hulda ha un carattere semplice, duro, inflessibile e complesso dovuto al suo background personale.
Ha molta esperienza, è competitiva, eppure fatica a farsi strada in un mondo prettamente maschile, in cui deve lottare molto più degli altri per emergere.
Per questo motivo ha trascurato la famiglia e non è riuscita a comprendere ciò che stava accadendo a sua figlia.
“Il suo lavoro era un gioco che si svolgeva in un’area grigia di confine tra il giorno e la notte, non si prestava a vittorie soddisfacenti e definitive. Ma lei, donna in un mondo di uomini, sentiva che aspettavano solo che lei commettesse un errore. Il suo lavoro era per lei la necessità di mettersi alla prova e superarla, pur sapendo che non sarebbe mai bastato
Dopo la tragedia che l’ha colpita non le rimane altro che il lavoro e la madre di Unnur, una donna straziata quanto lei, deve avere le risposte che cerca, per poter chiudere il doloroso capitolo legato alla scomparsa della figlia.
Con la consueta scrittura semplice, diretta e fluida, Jónasson ci consegna, con Il sogno di Unnur, un noir doloroso e impietoso che lascia sgomenti e sconcertati.
Lo stile di vita dei paesi nordici, così diverso dal nostro per abitudini, usi e consuetudini, risulta talmente lontano ed estraneo ai nostri comportamenti, da mostrarsi quasi incomprensibile ai nostri occhi.
Ne Il sogno di Unnur, due vicende tragiche che si intersecano, due adolescenti, una alla ricerca del proprio sogno, l’altra che ha visto i propri sogni infrangersi contro un’amara realtà.
I continui flash back de Il sogno di Unnur, sembrano volerci far rivivere il dolore che permea le pagine di questo romanzo, perché
“La vita non è così semplice, a volte non permette di vedere il confine tra il bene e il male
Traduzione: Valeria Raimondi
Editore: Marsilio
Pagine: 224
Anno di pubblicazione: 2024
Ragnar Jónasson (1976) avvocato, traduttore e scrittore, insegna diritto d’autore all’università di Reykjavik.
Come traduttore, diviene noto per le sue traduzioni delle opere di Agatha Christie in islandese.
E’ membro della crime Writer’s Association britannica e co- fondatore di Iceland noir, festival del giallo nordico.
Ha firmato la serie “Misteri d’Islanda” con protagonista il detective Ari Pór, e “La trilogia di Hulda” di cui “Il sogno di Unnur” è il terzo e ultimo episodio, un successo internazionale tradotto in 24 lingue e pubblicato in 34 paesi.
Jónasson è stato accostato ai più grandi nomi del giallo di sempre, con milioni di lettori in tutto il mondo.