Intervista di: Sharon Lattanzi
Oggi abbiamo il piacere di ospitare qui con noi Davide Cossu, autore cagliaritano, laureato in Storia del Cinema e Filosofia. “Il quinto sigillo” è stato il suo romanzo di esordio. Il libro oggetto dell’intervista è “Il castello delle congiure” (Newton Compton Editori), un thriller storico da non perdere!
ThrillerLife: Com’è nata la scelta di un personaggio come Leon Battista Alberti? Qual è stata la spinta verso una figura così eclettica?
Davide Cossu: Ho sempre provato un’enorme fascinazione verso i personaggi capaci di guardare al mondo come un tutt’uno, in cui una singola parte è connessa a ogni altra. Leon Battista abitava un’epoca lontana dalla specializzazione del mondo di oggi. Nel Rinascimento ogni ramo della cultura condivideva gli stessi principi e la storia si toccava con la poesia, la matematica, il diritto e persino l’astrologia. Alberti è l’esempio più vivo di quella cultura, spinto da una curiosità bruciante verso lo studio di cause ed effetti delle azioni umane. Questa sua dote, assieme al dubbio costante che le cose non siano così come gli appaiono, ne fanno un investigatore ideale della realtà che lo circonda.
Thriller Life: La scelta di un matrimonio combinato, per risanare i legami tra famiglie, era consueta in quell’epoca. Le figure di Ugo e Parisina aleggiano come spettri in tutto il racconto, quasi come un monito per le generazioni future dei marchesi estensi. Eppure, la matrigna di Leonello non si fa scrupoli pur di perorare la causa del figlio legittimo Ercole. Come mai?
Davide Cossu: Era un mondo in cui l’interesse familiare aveva la precedenza su qualsiasi scrupolo morale o di opportunità. Anche nel caso di epiloghi tragici, come quello di Ugo e Parisina o di Paolo e Francesca, il rischio per le famiglie valeva sempre la candela, anche a costo di sacrificare la felicità altrui. L’ossessione di Ricciarda per l’avvenire del suo unico figlio rientra in quella stessa visione cinica del potere per la quale la vita e l’amore sono poca cosa rispetto a un disegno ben più grande e, nel caso siano di intralcio, delle minacce da sradicare senza pietà.
Thriller Life: In “Il castello delle congiure” si nota uno studio approfondito sia del periodo storico che dei personaggi. Com’è stato immergersi in questa impresa?
Davide Cossu: La fase di ricerca e preparazione alla stesura di “Il castello delle congiure” è quella che riserva le sorprese più grandi. Se si studia ogni epoca nel dettaglio si possono trovare, nascoste tra le pagine, storie dal potenziale narrativo immenso, a volte così particolari che difficilmente ci si sarebbe potuti arrivare con la sola immaginazione. Ho la fortuna di scrivere storie ambientate nel Rinascimento, un periodo ricchissimo, feroce e controverso che non ti lascia mai a corto di spunti o suggestioni.
Thriller Life: Le donne in “Il castello delle congiure” presenti sono tutte figure forti, anticonformiste, moderne. Suor Caterina de’ Vigni è risoluta e irremovibile, Margherita è seduttrice e Ricciarda è dura, severa e arcigna. Ti sei ispirato a qualcuna in particolare?
Davide Cossu: Abbiamo poche testimonianze delle figure femminili del Medioevo e del Rinascimento, ma ciò che è fortunosamente arrivato fino a noi racconta un mondo femminile tutt’altro che passivo o piegato al volere degli uomini, dalla poetessa d’amor cortese Maria di Francia alle sante mistiche come Caterina da Siena o Ildegarda di Bingen. Le donne del romanzo sono, ciascuna a suo modo, delle ribelli; lottano per la sopravvivenza in un mondo dominato dal potere maschile e, ognuna con le proprie armi, scardinano dall’interno quelle stesse regole che gli uomini vorrebbero imporgli. È stata la possibilità di esplorare il lato femminile e nascosto dell’epoca ad avermi spinto a raccontare la loro storia.
Thriller Life: Dopo “Il castello delle congiure”, leggeremo a breve un altro capitolo di Alberti?
Davide Cossu: La speranza è quella. Il Leon Battista Alberti storicamente esistito è un personaggio sfaccettato e fin troppo ricco di contraddizioni perché non nasca il desiderio di renderlo protagonista di nuove avventure. Serve la storia adatta, insieme alle giuste motivazioni per il detective e a un corredo di personaggi che renda giustizia alla profondità del mondo da raccontare
Thriller Life: Quali sono i tre libri che per te hanno un significato? Che sia a livello di ispirazione o semplicemente come libri che porti nel cuore.
Davide Cossu: In merito al giallo storico, è inevitabile citare un capostipite del genere come “Il nome della rosa” di Umberto Eco. Un altro libro che ha segnato la mia adolescenza è stato “Q” di Luther Blissett, il quale mi ha fatto scoprire come si potesse raccontare la Storia con una prospettiva nuova, controversa e soprattutto avvincente. Se dovessi scegliere un libro del cuore, sceglierei “Il ponte di San Luis Rey” di Thornton Wilder, un capolavoro inarrivabile per scorrevolezza della prosa e profondità dei personaggi.
Thriller Life: Cosa vuoi dire ai lettori di Thriller Life?
Davide Cossu: Di avere sempre un libro con sé, in qualsiasi momento della giornata, e di ricavare il tempo, anche per pochi minuti, di esplorare mondi diversi dal nostro, perché per farlo basta sfogliare qualche pagina. I libri rendono la nostra vita più ricca, profonda ed emozionante, mettono in connessione la nostra esperienza con migliaia di altre, magari lontane nel tempo e nello spazio e nondimeno le percepiamo intime, familiari, per una frase o un sentimento che nessuno ci aveva descritto prima in maniera così precisa, come una rivelazione. Il bello è che, con un libro tra le mani, tutto ciò non ha mai fine.
Thriller Life ringrazia Davide Cossu per la disponibilità