Morte tra i diamanti
Intervista a cura di: Laura Crottini e Alessandro Quadri Di Cardano
Spazio a cura di: Laura Crottini
Buongiorno cari lettori, la graditissima ospite del nostro spazio interviste di oggi è Sophia J.
Bennett con il suo “Morte tra i diamanti” (Mondadori, 2024) letto e recensito da Alessandro(QUI)
Sophia J. Bennet é una scrittrice inglese con la passione per la monarchia britannica, famosa per la sua serie thriller la cui protagonista è proprio la Regina Elisabetta II: “Il nodo Windsor” (Mondadori, 2021), “Un problema da tre cani” (Mondadori, 2022), “Un omicidio molto reale” (Mondadori, 2023) e appunto, questo quarto volume “Morte tra i diamanti”(Mondadori, 2024) di cui scopriremo ora qualche curiosità.
Thriller Life: Cara Sophia, sappiamo che sei una esperta della Monarchia britannica. Con i primi tre libri di questa serie, ci hai fatto scoprire una faccia meno conosciuta di Sua Maestà, Elisabetta II. In questa nuova avventura ci fai fare un balzo nel passato. Che difficoltà hai incontrato nel ricostruire il carattere della regina quando era giovane?
Sophia J. Bennet: La regina di “Morte tra i diamanti” è di sessant’anni più giovane della donna con cui ho avviato i miei primi tre libri, per questo ho dovuto indovinare come fosse. Mi ci è voluto un anno per sviluppare questo personaggio nella mia mente dal momento che a novant’anni aveva acquisito una vita di saggezza ed esperienze ed una calda e tollerante relazione con suo marito, dopo settant’anni di matrimonio mentre la giovane Regina non aveva – invece – nessuno di questi vantaggi.
Nel 1957, Elisabetta aveva trent’anni. Ricordo come fosse avere quell’età io stessa: non sei più “giovane” ma non sei ancora “maturo”, stai reinventando te stesso e trovando il tuo posto nel mondo, quindi questo è stato il mio punto di partenza. Elisabetta era la madre di due giovani ragazzi nonché popolare regina da cinque anni, ma il 1957 fu l’anno in cui Lord Altrincham scrisse il famoso articolo in cui venne definita “bacchettona” e in cui il suo modo di parlare venne definito “un dolore al collo” (letteralmente: “a pain in the neck”).
Proprio per questo, fu l’anno in cui – in risposta – Elisabetta accettò di fare il suo primo augurio di Natale in diretta televisiva. Quanto spaventoso dev’essere stato per lei? Nonostante ciò si adattò facilmente a questa nuova tecnologia. La mia “nuova Elisabetta” è in constante apprendimento e non può non contare sulla popolarità fra i giovani.
Thriller Life: Se compariamo la Regina Elisabetta II del precedente volume, “Un omicidio molto reale”, con la giovane ragazza di “Morte tra i diamanti”, quali sono le principali differenze che possiamo riscontrare? E quali gli elementi in comune?
Sophia J. Bennet: Nel 1957 la Regina venne mandata in moltissimi tour internazionali per aumentare le relazioni del Regno Unito siamo quindi di fronte ad una Elisabetta giovane, in forma e costantemente in viaggio, nel 2016 invece tendeva ad esser sedentaria.
Nonostante la sua popolarità in patria e all’estero (milioni di persone affollarono le strade per vederla a New York!), la giovane regina è più vulnerabile, doveva capire quando fidarsi dei suoi consiglieri e del suo giovane marito.
La mia “nuova” Regina deve imparare cosa trattenere e cosa cambiare; non può esser sicura di chi fidarsi o cosa potrebbe funzionare, ma sa di mantenere la sue forte etica lavorativa, la sua fede e il suo spirito umoristico. Questi sono i tratti che saranno sempre in lei e ho adorato esplorare le vie in cui questi tratti emergono, portandola a decidere come reagire alle sfide presenti nel libro. Gradualmente, con l’aiuto di due donne in particolare (una reale l’altra fittizia), scoprirà una nuova confidenza e con la forza interiore e il desiderio di fare la cosa giusta a qualsiasi costo, diventerà la donna che abbiamo visto celebrare il suo novantesimo completato in “il nodo di Windsor” .
Thriller Life: Dicevamo che “Morte tra i diamanti” è ambientato nel 1957. Come ti sei
documentata su questo periodo storico?
Sophia J.Bennet: Io solitamente temevo le ricerche perché rendevano il tutto un po’ come se fosse un “lavoro”, ma sono diventate velocemente il mio aspetto preferito dello scrivere una serie: faccio ricerche ossessive per ogni libro.
In questo caso ho ottenuto dettagli utili – oltre che nelle biografie dei reali – anche nei libri dedicati ad altre persone celebri del tempo come Daphne di Maurier, Marilyn Monroe e Il designer Norman Hartnell (che creò molti dei celebri abiti della regina). Ho guardato infiniti cinegiornali degli eventi che descrivo e ho letto gli articoli dell’epoca – positivi o negativi che fossero – di Lord Altrincham, i quali condivido e sono certa che anche Elisabetta stessa ne fosse grata (Altrincham cercó di aiutarla mostrandole il rischio di apparire distante dalla sua gente; Elisabetta ricevette il messaggio!).
Ho scelto il 1957 perché nel periodo in cui scrissi stavamo vivendo un momento sfavorevole e disgregante nel governo della Gran Bretagna dopo il voto della Brexit. Sono tempi difficili, i nostri standard di vita stanno ormai sparendo e stiamo andando alla deriva rispetto ai nostri alleati europei e, dopo la crisi di Suez, il 1957 fu un periodo altrettanto difficile per la Gran Bretagna sotto diversi punti di vista.
Ero consapevole che il tutto fosse solo dodici anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, per questo ho cercato di mostrare come l’esperienza del tempo di guerra fosse ancora fresca in molti adulti e come le strade di Londra fossero ancora piene di cicatrici; le conseguenze della guerra scorrono attraverso il romanzo. Parlando con le persone che erano dei giovani adulti proprio negli anni Cinquanta sono stata affascinata da insospettabili dettagli, come la donna che amava comprare e vendere motociclette: non tutte le casalinghe indossavano il grembiule e spolveravano la casa! Alcune compresero che lo skyline di Londra stava per cambiare.
Proprio in questi anni, per la prima volta, altre costruzioni iniziarono a sormontare i campanili. Questo mi diede in vero senso di quello che era vivere in quegli anni. Tornando alla famiglia reale, io amo leggere che la Regina ha “incontrato” la Mona Lisa al Louvre, quando il quadro fu portato a mano di fronte a lei per esser ammirato.
Sono stata inoltre ispirata dal suo incontro con il Duca Ellington nel 1956, che apprezzò così tanto l’incontro da scrivere una canzone per lei, che io stessa ho ascoltato mentre scrivevo questo romanzo. Per questo ho “spostato” l’incontro al 1957, così da poterlo includere nel romanzo anche se raramente cambio ciò che è veramente successo, di solito le notizie del giorno sono più che sufficienti.
Thriller Life: Uno degli aspetti che ci è piaciuto di più di “Morte tra i diamanti” è stata la scoperta della giovane Joan McGraw. Ci vuoi parlare di questo personaggio?
Sophia J. Bennet: È sempre stato difficile rimpiazzare Rozie Oshodi, l’inimitabile spalla della regina della prima trilogia; è un personaggio molto amato dai lettori dei miei libri, ma lei è nata del 1980! Proprio per questo volevo un’altra donna con un background della classe operaia, con lo stesso tipo di intelligenza di Rozie. Amo la letteratura di guerra che porta in primo piano donne forti come “The Rose Code” di Kate Quinn, per questo è stata una decisione semplice quella di rendere Joan una ex decifratrice da Bletchley Park.
Joan è una linguista con una forte memoria fotografia ed una innata capacità di portare le persone a rivelare i propri segreti; é stata un grande personaggio da scrivere e l’ho fatto con molto amore poiché Joan è basata sulle mia nonne, Jessie e Joan, che erano proprio giovani donne durante la guerra. Proprio come loro, Joan è acuta e pratica, “sempre pronta per una sfida” così come la Regina noterà; non sempre fa quello che ci si aspetti faccia una donna della sua età e della sua classe. È proprio quello che ho amato di lei: quando ne ha bisogno crea le sue proprie regole!
Thriller Life: Nei romanzi precedenti, avevamo conosciuto, in quanto assistente della regina, Rozie Oshodi. Quali sono gli aspetti che accomunano Rozie e Joan e perché Elisabetta le sceglie come sue assistenti?
Sophia J. Bennet: Rozie è l’assistente e segreteria personale che io avrei tanto voluto essere, l’ultima del “secret club”; ha avuto esperienze di guerra recenti in Afghanistan, è intelligente e ha sorprendentemente molto il comune con la Regina: pur essendo Rozie nipote di un povero immigrante della Nigeria, entrambe le donne sono prime figlie di genitori che hanno grandi aspettative per loro, entrambe hanno un grande senso del dovere e sono senza paura.
In “Morte tra i diamanti” Joan McGraw é la prima donna “adulta” ad aiutare la Regina a risolvere i crimini. In realtà non penso che ci sia nessuna donna fra quelle al servizio privato delle regina in grado di aiutare Elisabetta in questo frangente.
Ho creato questo ruolo, ma il vero valore di Joan é nascosto: sembra più giovane di quello che in realtà é. Così come Rozie, anche Joan ha esperienze di guerra, ma la sua é nel reparto di decrittografia durante la Seconda Guerra Mondiale per estrapolare i segreti dai prigionieri di guerra nazisti. Joan non proviene in senso stretto da una famiglia di immigrati – a differenza di Rozie – ma la sua eredità irlandese nell’Inghilterra degli anni ‘50 é quasi paragonabile, siamo – infatti – in un periodo in cui negli hotel i cartelli dicono: “No neri, No irlandesi, No cani”.
Proprio come Rozie, Joan é una donna proveniente dalla classe operaia con coraggio e buon senso, ma ogni tanto fatica a comprendere le abitudini e il protocollo della vita di Corte, vediamo il suo senso di straniamento proprio dai suoi occhi. La Regina apprezza molto Rozie e Joan perché può aver fiducia in loro ed io spero tanto che Elisabetta in carne ed ossa abbia avuto donne come loro nella sua vita. Mi piace pensare che le abbia avute e so che considerava la sua “dresser”, Angela Kelly, una stretta amica nel corso degli anni.
Thriller Life: Sophia, non possiamo terminare questa chiacchierata senza parlare del tuo prossimo libro “The Queen who came in from the cold” e che è ambientato nel 1961 a ridosso della visita della coppia reale in Italia. Cosa puoi anticiparci? E quando potremo leggere il volume? Hai previsto qualche sorpresa per i tuoi fan italiani?
Sophia J. Benet: Posso, in confidenza, dire che mi sto divertendo tantissimo facendo ricerche per il nuovo libro! La prima metà sarà un giallo tradizionale, seguendo un testimone inaffidabile che pensa di aver notato un omicidio nel treno Reale; ma la seconda metà é più una storia di spionaggio ambientata durante la visita della regina in Italia.
Io sono una grandissima amante dell’Italia e ho sempre voluto ambientare anche solo una parte di storia a Venezia, dove ho vissuto da studentessa.
Per questo sono stata entusiasta quando ho scoperto che la regina ha passato lì 36 ore nel Maggio del 1961; per questo il mio ultimo viaggio di ricerca comprende leggere giornali locali di quei giorni in microfilm nella libreria Marciana di Piazza San Marco e visitare le isole di Murano e Torcello, dove alcuni dei miei misteri sono ambientati. Tutto quello che ho imparato mi é stato utile per la trama con più azione che io abbia mai scritto. Non vedo l’ora che i lettori possano godersela.
Thriller Life: Ti chiediamo ora – in quanto autrice – quali sono i tuoi tre libri fondamentali per te?
Che sia semplicemente come spunto o proprio come libri del cuore.
Sophia J. Bennet: É impossibile restringere riguardo i miei libri preferiti, ma la novella di P.G. Wodehouse
trattante Bertie Wooster é sempre vicina al mio cuore, ugualmente sono ispirata dalle novelle poliziesche di Dorothy L Sayers, con le sue grandi ambizioni letterarie interpretate da Lord Peter Wimsey e adoro le storie del Lupo Nero ambientate in Manhattan di Rex Stout.
Ho – inoltre – scritto la mia tesi di dottorato su “La coscienza di Zeno” di Italo Svevo, per questo – ovviamente – anche questa novella é importante per me, la sua esplorazione delle incertezze del mondo moderno mi ha trasmesso molto, io stessa ho scritto di un personaggio con un forte destino e grandi convinzioni che trova la stabilità solo per gli altri.
Penso che la Regina mi interessi così tanto proprio per la sua personalità, i vivo nel mondo di Svevo, dove certezze del genere sono rare e anche smettere di fumare é una lotta senza speranze, la regina sarebbe rimasta confusa da lui, ma comprensiva, lei ha degli standard alti di se stessa, ma segretamente si divertiva nel caos quando le cose andavano male.
Thriller Life: Prima di salutarci, quale messaggio di augurio desideri lasciare ai lettori di Thriller Life?
Sophia J. Bennet: Stiamo vivendo in un grande periodo per le novelle crime, dai thriller noir incisivi, ai gialli più spensierati che forniscono una via di fuga tanto necessaria. In quanto italianista non posso esser più orgogliosa di così del fatto che Mondadori abbia portato in Italia la mia saga rendendo i miei libri dei veri “gialli”. Grazie mille a tutti voi che li avete letti o che li leggerete!
Mi sento fortunata ad esser parte di una community così viva.
La redazione di Thriller Life ringrazia Sophia J. Bennet per la disponibilità