Intervista all’autrice di “Non ci sono” Lize Spit. Un thriller ed una straziante storia d’amore.

Lize Spit

Non ci sono

INTERVISTA A CURA DI: Laura Crottini e Federica Cervini

SPAZIO A CURA DI: Laura Crottini

Liz Spit

Buongiorno cari lettori, la graditissima ospite del nostro spazio interviste di oggi è Lize Spit con il suo “Non ci sono” (Edizioni E/O, 2024) letto e recensito dalla nostra Federica (link recensione).

Lize Spit, scrittrice belga con un master in sceneggiatura, è considerata uno degli astri nascenti della letteratura fiamminga. “Non ci sono” è il suo secondo romanzo, abbiamo infatti – sempre edito da Edizioni E/O in Italia – anche “Si scioglie(2017).

THRILLER LIFE:  “Non ci sono” nasce come un thriller e ben presto sfocia in una straziante storia d’amore: come è nata l’idea di avvicinare due generi così in apparenza lontani e parlare di amore mantenendo alto il livello di attesa e suspence per ciò che (non diciamo) accadrà?

LIZE SPIT: Anzitutto volevo scrivere un romanzo, una tragedia d’amore. Ma data la mia formazione (ho fatto un master in sceneggiatura), considero una sfida aggiungere suspense nel mio lavoro. La suspense ha molto a che fare con la tecnica: come coinvolgere il lettore e a quali domande dare risposta? Tutto sta nel come e quando condividere con il lettore le informazioni circa la vicenda – ed aggiungere uno “strato” in più, in modo da guidarlo ulteriormente.

THRILLER LIFE: “Non ci sono” rivela una conoscenza da parte tua veramente profonda riguardo al disturbo bipolare: su cosa ti sei basata per documentarti su questa malattia psichiatrica?

LIZE SPIT: La mia conoscenza del disturbo bipolare deriva da una combinazione fra le mie esperienze personali (perché individui a me vicini ne hanno sofferto) e la ricerca: ad esempio ho intrattenuto conversazioni con medici, ho visitato un reparto psichiatrico. Ho anche trovato molte informazioni su internet (forum).

THRILLER LIFE: Il confine tra sanità e malattia mentale appare nel tuo romanzo molto fine: Simon è chiaramente psicotico, ma cosa possiamo dire della protagonista apparentemente “sana” Leo – i cui comportamenti – se ben analizzati –  celano alcuni squilibri? Si può pensare che oggi esista la salute mentale in assoluto?

LIZE SPIT: Con questo libro ho voluto dimostrare che non esistono le “persone normali”.
Cos’è “normale”?
Il lettore si fida del punto di vista di Leo poiché è lei la narratrice della storia, ma man mano che la storia procede ci si domanda se Leo stessa stia reagendo e vivendo nel modo giusto.

È positivo il fatto che oggi si tenda a pensare meno in “bianco e nero” e si pongano gli stati mentali più spesso all’interno di uno spettro.
Molte persone ad un certo punto della loro vita sperimentano psicosi o depressione, e non sempre tali situazioni si manifestano con la medesima intensità.

THRILLER LIFE: Per poter capire meglio il disturbo di Simon, vuoi descriverci il rapporto tra Simon e Coen – visto sia dal punto di vista dell’uno che dell’altro?

LIZE SPIT: Simon e Coen sono colleghi all’agenzia di grafica, ma Simon dichiara che si conoscevano già da prima. Simon è stato vittima di bullismo da ragazzo per via delle sue “orecchie a sventola” e – da ciò che racconta – lo stesso vale per Coen.
Simon si sente minacciato da Coen, che sembra vivere una vita perfetta, e ciò si esprime – durante le sue psicosi – in uno stato di ostilità. Nonostante ciò Simon è affascinato da Coen ma sviluppa la teoria per cui Coen stia provando a sabotare e copiare la sua vita; non è tanto una paura, quanto un desiderio di esser visto da Coen e di essere da lui accettato.

Dal punto di vista di Coen – infatti – non c’è molto interesse: Coen trova Simon “un uccello piuttosto strano”, soprattutto quando la situazione degenera.

THRILLER LIFE: Ad un certo punto nella trama si percepisce una nota di grande speranza: parlaci del potere curativo della scrittura, che Leo vive come unica valvola di sfogo alla psicosi di Simon.

LIZE SPIT: Leo è totalmente sola, in una situazione alienante e vuole far percepire all’esterno il minimo possibile riguardo alle condizioni di Simon, per paura dello stigma che potrebbe ricaderne su di loro. Al contempo però vuole dichiarare al mondo la sua solitudine e per questo inizia a scrivere al riguardo, ma sotto pseudonimo.

L’avere questa seconda vita come scrittrice le dona conforto e respiro, ma Leo vive contemporaneamente la scrittura come un tradimento.

Leo paragona lo scrivere ed esser letta da molte persone ai cerchi che si formano sulla superficie dell’acqua quando si lancia un sasso: cerchio dopo cerchio la forza dell’impatto diminuisce finché il tutto non finisce.

THRILLER LIFE: In quanto autrice ti chiediamo: quali sono i tre libri più importanti per te? Che sia a livello di ispirazione, di emozioni o anche semplicemente come libro del cuore?

LIZE SPIT: I libri più importanti per me sono stati:

“Racconti brevi” di Roal Dahl

“Depth. of speculation” di Jenny Offill

“A quattro zampe” di Miranda July

THRILLER LIFE: Prima di salutarci, cosa vorresti dire ai lettori di Thriller Life?

LIZE SPIT: Io ho sempre scritto con l’intenzione di tenere il lettore incollato alla sedia dall’inizio alla fine del romanzo; spero di esserci riuscita.

Grazie per l’attenzione e per esservi immersi nella vita di Simon e Leo, ha molto valore per me.

La redazione di Thriller Life ringrazia Lize Spit per la disponibilità.

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