La strangera
Recensione di: Giovanna Lauretta
TRAMA:
Prendere la propria vita e andare – per capire se stessa, trovare un futuro, non scendere più ma restare. Sono questi i motivi per cui, una mattina di maggio, Beatrice lascia Torino per trasferirsi tra le montagne. Quelle montagne che, ne è certa, sono donne anche se spesso recano nomi maschili. Donne come lei, che appena arrivata al rifugio del Barba, un uomo burbero dal passato misterioso, si sente respinta, in quanto fumna e strangera.
Marta Aidala ha il coraggio di una voce limpida che lascia parlare i gesti e gli accadimenti, i rumori del bosco, gli odori, la luce di un cielo alto sopra le cime. E sa raccontare nei dettagli più concreti una nuova epica, quella di una ragazza che va dietro alla propria libertà nonostante le esitazioni e le paure, una ragazza che cerca se stessa nei sentieri e tra gli uomini di montagna, in un mondo che sente suo anche se le vecchie tradizioni la guardano con diffidenza.
Con timore e curiosità, come la guarda Elbio, il giovane malgaro con cui Beatrice instaurerà un legame profondo, fatto di ritrosie e slanci, in quell’intimità fragile e struggente che c’è tra due persone che si specchiano e si riconoscono. Quando l’estate finisce Beatrice però decide di non seguire Elbio a valle, rimane invece assieme al Barba in rifugio, luogo che ora, forse, sente di poter chiamare casa. Ma l’inverno senza neve le rivelerà una montagna inaspettata, spingendola a rimettere tutto in discussione, e interrogandola ancora una volta sul suo futuro, sulla persona che vuole essere e sui luoghi a cui sente di appartenere.
RECENSIONE:
“La montagna mi aveva domata. Incanalava la mia furia tra i valichi e le vette, nelle tane degli animali, nelle anse del fiume, tra gli aghi degli alberi, in quel cielo che era una bocca immensa e se la ingoiava tutta anche se non glielo avevo mai chiesto.“
Beatrice lascia Torino per ricominciare: via dalla città, dalla famiglia, dall’Università, dai soliti amici e dalle arrampicate in montagna. Via da tutto e da tutti per trovare il proprio posto nel mondo.
Ma si può davvero azzerare la propria vita?
Ebbene sì: Beatrice riparte dal rifugio del Barba, un uomo burbero dal passato misterioso e dalla tenerezza spigolosa.
Il lavoro al rifugio è duro, a tratti sfiancante, ma possiede anche una sorta di potere magico: unire le persone e tessere legami inaspettati.
E proprio tra quelle montagne che “sono donne immense”, i veri protagonisti della narrazione diventano il desiderio di rinascita, le leggi ineluttabili della natura e le esistenze parallele che si intrecciano inaspettatamente.
Dimenticate una dimensione magica della montagna perché ne “La strangera” di Marta Aidala le cime della Becca danno per poi togliere: da un lato la bellezza della natura e l’odore terroso delle rocce umide e delle conifere, dall’altro un senso ineluttabile di paura e l’impossibilità di lottare contro una natura matrigna.
Ne “La strangera” di Marta Aidala si mette in scena un mondo a parte, in cui ogni cosa ha una sua utilità e regole proprie e tutto profuma di fieno, polvere e polenta.
Tra gli altopiani della Becca, perfino il rintocco dei grossi campanacci di ottone delle vacche risuona assieme al cambiamento delle stagioni e a un senso di libertà e rinascita.
Nonostante la bellezza della montagna, però, la giovane protagonista si sente scissa tra due esistenze parallele: la città e la natura; la libertà e il sentimento per il giovane malgaro Elbio; ciò che è giusto fare e ciò che desidera veramente.
Riuscirà la schiva Beatrice a non sentirsi più “strangera” e a trovare la sua vera “casa”?
La scrittura evocativa di Marta Aidala scatta istantanee di vita di un rifugio montano: una cronaca minuziosa di avvenimenti, stagioni, sentimenti, bollettini meteo e ricordi di vita.
Tra le pagine del romanzo “La strangera” ci si sente a casa, quasi come se ci si potesse allontanare dallo smog e dalla vita frenetica della città ed esplorare luoghi selvaggi in cui respirare a pieni polmoni. E se è vero che i rifugi sono luoghi che uniscono, bisogna pur ricordare che la montagna non perdona e, come la vita, è piena di bufere e venti che ci fanno perdere ogni certezza.
Siete pronti ad ammirare un meraviglioso anfiteatro di cime, gustare una grappa al larice, perdervi tra i boschi e conoscere davvero “la montagna di chi va e viene e la montagna di chi resta”?
Se amate la scrittura delicata di Franco Faggiani e la visione della montagna come luogo dell’anima di Paolo Cognetti , allora ritroverete quel “mal di città” che opprime lo spirito, il lato selvaggio e indomabile delle leggi della natura e la lotta caparbia di accettarsi per ciò che si è veramente, nonostante tutto e tutti.
Sarete così coraggiosi da “restare soli con il vento”?
Editore: Guanda
Collana: Narratori della Fenice
Pagine: 336
Anno edizione:2024
AUTORE:
Marta Aidala è un’autrice italiana. A diciassette anni si è innamorata delle montagne e il suo sogno è salirci per rimanere. Ha frequentato la Scuola Holden, dove si è diplomata nel 2023. Nel 2024 Guanda pubblica La strangera.