Il crimine tra realtà e finzione ne “La scomparsa di Elisa Ohlsen”: intervista ad Antonio Fusco

La scomparsa di Elisa Ohlsen

La scomparsa di Elisa Ohlsen

INTERVISTA A CURA DI: Laura Crottini e Chiara Zamattia

SPAZIO A CURA DI: Laura Crottini

La scomparsa di Elisa Ohlsen

Buongiorno cari lettori, graditissimo ospite del nostro spazio interviste di oggi è Antonio Fusco
con il suo “La scomparsa di Elisa Ohlsen” (Rizzoli, 2024) letto e recensito dalla nostra Chiara (QUI trovate la recensione).

Antonio Fusco, classe 1964 è laureato in Giurisprudenza e scienze delle Pubbliche
amministrazioni e lavora come criminologo forense. Noto nel mondo del romanzo giallo anche per via dei numerosi premi vinti, fra cui anche il Premio Garfagnana 2014 con il romanzo “Ogni giorno ha il suo male”.

THRILLER LIFE: All’interno della narrazione di La scomparsa di Elisa Ohlsen ci sono alcuni momenti in cui i fatti si svolgono molto più velocemente rispetto ad altri. È stata una scelta dettata dalla volontà di evidenziare alcuni aspetti della vicenda piuttosto che altri? Pensa che avrebbe potuto dettagliare maggiormente alcune vicende, come ad esempio la spiegazione dell’attentato sulla barca dell’ispettore?

ANTONIO FUSCO: È normale che la narrazione di una storia si sviluppi con ritmi diversi. I tempi e i modi di questo andamento dipendono dal modo di scrivere dell’autore. Personalmente, preferisco una scrittura essenziale e veloce, capace di tenere costantemente in tensione il lettore per portarlo a leggere il romanzo tutto d’un fiato. Per questo i miei libri non superano mai le 300 pagine.

THRILLER LIFE: Gli incipit dei capitoli aggiungono una vena cinematografica al testo. Sembrano dei cambi scena. È voluto questo effetto, o l’intento era differente?

ANTONIO FUSCO: Assolutamente voluto. Prima di iniziare a scrivere, suddivido il romanzo in scene e lo immagino proprio come un film.

THRILLER LIFE: Quanto si è documentato sui casi reali, che dichiara di aver utilizzato come suggestioni per la scrittura del romanzo?

ANTONIO FUSCO: Il mio ultimo romanzo, “La scomparsa di Elisa Ohlsen” edito da Rizzoli, ha richiesto alcuni mesi di studio e di approfondimento. Mi sono documentato sui casi di Rossella Corazzin, Emanuela Orlandi, Mirella Gregori, Elisa Claps, sugli ordini esoterici e le sette sataniste, sulla massoneria. La scrittura è stata preceduta da un lungo lavoro di ricerca.

THRILLER LIFE: L’utilizzo del dialetto nel romanzo porta il lettore ad una dimensione strettamente personale ed informale, avvicina tantissimo il personaggio a chi lo legge.
Cosa ne pensa? I personaggi davvero possono avvicinarsi così tanto al lettore? O è il lettore che si immedesima?

ANTONIO FUSCO: I personaggi sono il vero segreto del successo di un romanzo, ancor di più se fanno parte di una serie. Il lettore si affeziona ai personaggi non alle storie. I personaggi devono creare empatia, essere percepiti come veri. Solo così si può creare quell’alchimia che consente al lettore di sentirsi parte della storia che sta leggendo.

THRILLER LIFE: Le piacerebbe se i suoi romanzi diventassero materiale per una serie crime?

ANTONIO FUSCO: Mi piacerebbe molto e spero che, prima o poi, possa accadere.

THRILLER LIFE: In quanto autore ti chiediamo: quali sono i 3 libri più importanti per te? Sia che si tratti di libri da cui prendi ispirazione, di libri che ti hanno trasmesso forti emozioni o che si tratti di libri del cuore.

ANTONIO FUSCO: “Il sole dei morenti” di Jean Claude Izzo, “Trilogia della città di K.” di Ágota Kristóf, “L’ombra del vento” di Carlos Ruiz Zafón.

THRILLER LIFE: Prima di salutarci, quale messaggio vuoi dare ai lettori di Thriller Life?

ANTONIO FUSCO: Il male esiste ed è dentro di noi.

La redazione di Thriller Life ringrazia Antonio Fusco per la disponibilità

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