Il quadro perduto di Van Gogh di Jonathan Santofler

Il quadro perduto di Van Gogh
"Questo quadro, ogni opera d’arte rubata, rappresenta una vita rubata”.

Il quadro perduto di Van Gogh

Recensione di: Alessandra Boschini

TRAMA:

Per anni si è vociferato che, prima della sua morte, Vincent van Gogh avesse completato un ultimo autoritratto. Curatori e storici dell’arte hanno coltivato la speranza che questa voce fosse vera, ma nel tempo anche loro sono stati costretti ad ammettere che forse si trattava solo di una leggenda. Luke Perrone, pronipote dell’uomo che rubò la Gioconda, e Alexis Verde, figlia di un noto ladro d’arte, rintracciano però il famigerato autoritratto, che diventa l’oggetto del desiderio di molti.

Così, quando pochi giorni dopo il dipinto scompare, i due si uniscono all’agente dell’Interpol John Washington Smith in una pericolosa ricerca che non solo farà luce sugli ultimi giorni del tormentato artista olandese, ma li trascinerà nel lato più oscuro della Storia. Sotto quella tela si nasconde qualcosa di malvagio, qualcosa per cui molti sarebbero disposti a uccidere.

RECENSIONE:

Se anche voi amate il geniale pittore Van Gogh, allora questo thriller fa al caso vostro.

Sì, perché Jonathan Santlofer ci conduce alla rocambolesca ricerca di un autoritratto del celebre artista olandese, un’opera che era stata nascosta da un altro dipinto, una “sovrascrittura” per impedire che, durante la fine della seconda guerra mondiale, venisse depredato o distrutto dai nazisti in fuga.

Quante opere d’arte sono state trafugate, sottratte agli ebrei con le minacce, nascoste, distrutte o date al rogo dalla follia hitleriana?

I membri della resistenza hanno cercato in ogni modo di far uscire di nascosto quadri di artisti che il regime considerava “depravati”, ed è proprio da qui che prende avvio la storia.

Parigi, 1944, un pittore stende pennellate di colore su una tela, il ritratto della moglie a coprire un dipinto, mentre infuria l’artiglieria.

Arrivando al presente, quella tela finisce nelle mani di Alexis Verde, che lo acquista da un rigattiere di New York per 25 dollari.

Lei sta per laurearsi al prestigioso Istituto di Belle Arti mentre il suo fidanzato, Luke Perrone, insegna storia dell’arte; insieme scoprono cosa si nasconde sotto il primo strato di colore.

L’inconfondibile stile di Van Gogh, “la bellezza violenta delle sue pennellate, la sua abilità nel creare una forte impressione di movimento, due colori affiancati a crearne un terzo, l’uso del colore puro, le tecniche prese in prestito dall’Impressionismo, il puntinismo di Seurat, il futurismo italiano ed i Fauves. Tutta la storia dell’arte in un solo quadro”.

Per sicurezza occorre farlo valutare da esperti ed è così che il quadro sparisce di nuovo, ma sono in tanti a volerlo: il suo valore è inestimabile.

Inizia un’affannosa ricerca della tela, dalle gallerie d’arte di New York a Parigi; il viaggio continua ad Amsterdam, poi ad Auvers- sur- Auvers, dove l’artista visse i suoi ultimi giorni.

Ne “Il quadro perduto di Van Gogh” Jonathan Santlofer ci presenta un mondo spietato: mercanti d’arte e ricettatori, mercato nero e dark web, reti clandestine, collezionisti senza scrupoli, restauratori e persone disposte anche ad uccidere pur di accaparrarsi il quadro.

Basti pensare che il ritratto del dottor Gachet era stato venduto per 83milioni di dollari e un altro quadro per 117 milioni è facile intuire l’interesse e la smania di possederne uno”.

“Il quadro perduto di Van Gogh” non è solo un thriller, è un romanzo corale che mixa sapientemente realtà e finzione, che vede anche un investigatore privato, uomo supponente e strafottente, e tutta l’Interpol a caccia del dipinto.

Il lettore si trova di fronte ad un vero e proprio elogio dell’artista attraverso un tour dei musei, un viaggio nella vita di Van Gogh, le tappe del suo percorso artistico, il suo modo di vedere e rappresentare la realtà, la sua personalità così complicata.

Il libro pone l’attenzione sulla spinosa questione delle opere d’arte rubate durante la guerra, che i musei hanno collezionato, ignari o meno della loro provenienza. Una volta conosciuta la verità, devono restituirli?

Il ritmo è incalzante, una folle corsa contro il tempo per recuperare la tela: tante, troppe persone la stanno cercando tra tradimenti, ricatti ed inganni.

L’autore  riesce a rendere partecipe il lettore e ad immergerlo nello spietato mondo del mercato nero, lo coinvolge e lo appassiona con pedinamenti, travestimenti e inseguimenti.

I personaggi si intrecciano, si intersecano in giochi di ruolo che rendono molto vivace il susseguirsi della vicenda: non ci si annoia di certo perché i colpi di scena sono dietro l’angolo.

Le parti storiche rendono viva e godibile la narrazione, “Il quadro perduto di Van Gogh” è davvero appassionante.

I capitoli brevi e i pov alternati ci immergono totalmente nella caccia ad un tesoro perché non si tratta solo di soldi. E’ un simbolo, un quadro famoso finito nel commercio illecito durante la guerra, c’è chi ha pagato con la vita”.

Una caratteristica del romanzo sono i disegni dell’autore che, nelle ultime pagine, regalano un tocco artistico davvero magistrale.

TRADUZIONE: Marialuisa Amodio

EDITORE: Newton Compton Editore

PAGINE: 320

Anno di pubblicazione: 2024

AUTORE:

Il quadro perduto di Van Gogh

Nato nel 1946 a New York, Jonathan Santlofer ha studiato all’Università di Boston e si è specializzato in pittura al Pratt Institute.  È autore di romanzi e racconti di genere noir e crime tradotti in 22 lingue. È il direttore della Crime Fiction Academy di New York, e ha insegnato Scrittura creativa in alcune delle più prestigiose università americane, come la Columbia University. Parallelamente alla scrittura, la sua grande passione è la pittura: le sue opere sono esposte, tra gli altri, al Metropolitan Museum of Art e al Tokyo’s Institute of Contemporary Art. Con la Newton Compton ha pubblicato L’ultimo mistero di Monna Lisa e Il quadro perduto di Van Gogh. 

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