La punizione: intervistiamo per voi Sara Bilotti

Sara Bilotti

La punizione

Intervista a cura di Sharon Lattanzi

Spazio a cura di: Sharon Lattanzi ed Erika Giliberto

La punizione

Sara Bilotti nasce nel 1971 in provincia di Napoli, a Quarto. Dopo essersi diplomata in danza classica, prosegue con studi filologici-letterari e nel 2012 pubblica “Nella carne”, una raccolta di racconti (Termidoro Edizioni). Debutta, con il suo primo romanzo erotico, nel 2015 intitolato “L’oltraggio” (Einaudi). Nel 2018, invece, pubblica il suo primo thriller: “I giorni dell’ombra” (Mondadori).

ThrillerLife: Sara, grazie per aver accettato l’intervista! “La punizione” è un romanzo che fa immergere il lettore in una costante inquietudine, qual è stato il processo creativo della trama?

Sara Bilotti: Avevo voglia da tempo di scrivere una storia che avesse come punto cardine il senso di colpa. Trovo che sia un sentimento profondamente – e ingiustamente – radicato nell’anima delle donne. Nello sviluppare la storia sono partita, come faccio sempre, dal capovolgimento della trama, dal primo colpo di scena che cambia completamente la prospettiva sugli eventi, per poi costruire il resto attorno all’ indagine interiore che riguarda tutti i personaggi. La consapevolezza che la realtà non è quasi mai ciò che sembra, provoca sempre una certa inquietudine.

ThrillerLife: La storia si svolge su una piccola Isola sperduta nel Mediterraneo soprannominata “Il Faro”, ben descritta ma mai identificata. Perché hai scelto un’ambientazione così misteriosa?

Sara Bilotti: Il Faro è la rappresentazione “fisica” di uno stato mentale, la prigione in cui la protagonista si rinchiude perché la giustizia non la punisce per un reato che ha compiuto. Vuole espiare e per farlo si imprigiona da sola tra le rocce nere di questa isola inospitale. Peccato che la vita venga sempre a cercarci, non importa quanto astutamente ci nascondiamo nelle nostre isole reali e metaforiche.

ThrillerLife: “La punizione” presenta tanti spunti di riflessione, intimi, esposti al lettore tramite frasi cerebrali e metafore che rimangono impresse nella mente. Quanta introspezione c’è in questo libro?

Sara Bilotti: Moltissima, come in tutti i miei libri. Non disprezzo la letteratura di intrattenimento, ne usufruisco con gratitudine, ma da un libro tendo a pretendere di più. Da lettrice, ho bisogno di scendere in profondità insieme all’autore, di mettermi in discussione, di prendere una posizione senza essere imbeccata. Provo a scrivere con questo bene in mente.

ThrillerLife: Da dove hai preso lo spunto per caratterizzare i quattro protagonisti, le due sorelle, Luca e “Barbalice”? Ti sei ispirata a qualcuno?

Sara Bilotti: Non mi ispiro mai a qualcuno in particolare ma c’è qualcosa di me (e delle persone che conosco) in tutti i miei personaggi.

ThrillerLife: Ne “La punizione” racconti amori e legami pericolosi, fino a raggiungere la psicologia del personaggio principale. C’è una motivazione alla base della scelta di questa tematica?

Sara Bilotti: Credo che ogni scrittore abbia il suo pozzo personale da cui attinge per creare storie. Un pozzo piccolo. Nel mio personalissimo pozzo, le tematiche riguardano l’abuso, il trauma e la sua elaborazione. Trovo affascinante soprattutto il modo in cui la mente crea realtà parallele per non affrontare il dolore. Secondo me ci sono tante realtà quanti sono gli occhi che la osservano e scrivo soprattutto di questo.

ThrillerLife: Nel tuo stile di scrittura spiccano cuore e passione. Ti sentiresti di dare un consiglio a chi ci legge e agli aspiranti scrittori?

Sara Bilotti: Ultimamente leggo libri molto simili scritti da autori molto diversi. Ciò significa solo una cosa: si tende all’omologazione per vendere qualche copia in più. Questo è, però, un meccanismo che può durare per poco. Il lettore si stufa, scopre il gioco molto presto. Consiglio a chi scrive di restare sé stesso, di trovare il suo stile personale. Ci vorrà più tempo per emergere ma almeno potrà sperare di non finire nel dimenticatoio come un clone qualsiasi.

La redazione di Thriller Life ringrazia Sara Bilotti per la disponibilità

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