Buonvino e il circo insanguinato
Recensione di: Alessandro Quadri di Cardano
TRAMA:
Roma è nel pieno delle feste natalizie e al Parco dei Daini, nel territorio di competenza del commissariato di Villa Borghese, si è installato il colorato tendone di un circo. Invitato alla prima, il commissario Buonvino ha modo di conoscere i componenti della carovana e avverte tra loro strane tensioni sotterranee. La sera lo spettacolo inizia regolarmente e gli spettatori si lasciano catturare dalla inossidabile magia circense.
Durante il numero dei trapezisti, però, la giovane figlia del direttore di scena, Manuelita, mentre effettua un’acrobazia particolarmente complessa e rischiosa cade sbattendo contro l’unica parte dura della rete di protezione. I soccorsi sono inutili, la ragazza è morta sul colpo. Tutto lascia credere che si sia trattato di un terribile incidente, una sciagurata fatalità. Ma Buonvino intuisce che qualcosa non torna e si mette a indagare scoprendo che, spente le luci della pista, tra i membri di quella che a un primo sguardo sembra una grande famiglia unita e solidale covano sentimenti di rancore, invidia, odio. E anche qualcosa di più.
RECENSIONE:
Buonvino e il circo insanguinato è il quinto volume che Walter Veltroni dedica alla figura del suo commissario romano apparso nel 2019 in “Assassinio a Villa Borghese”
In questo nuovo episodio, Giovanni Buonvino, per far piacere alla moglie, partecipa alla prima di un circo, nonostante la paura dei pagliacci che lo attanaglia fin dalla più tenera infanzia.
Purtroppo, la festa si trasforma in tragedia quando la coppia di acrobati sbaglia la presa e Manuelita, la figlia del direttore, precipita nel vuoto, finendo su una parte rigida della rete di contenzione, perdendo così la vita.
All’apparenza, sembrerebbe una tragica fatalità. Ma il fatto che sia avvenuta a soli due mesi da un incidente stradale che ha causato la morte della madre di Manuelina, appare a Buonvino come una coincidenza che merita almeno un approfondimento.
Il commissario comincia dunque a interrogare i vari componenti del circo, scoprendo una serie di legami e tensioni, che gettano ombre sempre più cupe sulla vicenda.
Buonvino e il circo insanguinato presenta due punti di forza. Da un lato troviamo la profonda umanità del suo protagonista, che permette al lettore di affezionarsi subito a quest’uomo pacato, intelligente e onesto. Dall’altro conosciamo l’ambiente circense, che sotto il tendone racchiude un mondo a parte, fatto di saltimbanco, profondi legami familiari e sogni di gloria, che si spengono poi insieme alle luci della ribalta, incendiando rivalità e invidie.
Walter Veltroni non esita a difendere il circo in quanto istituzione culturale. Una scelta coraggiosa che pare non curarsi delle possibili polemiche animaliste sulla condizione degli animali che vivono in cattività. L’ex ministro per i Beni e le attività culturali lamenta l’imminente fine di questo mondo magico che ha fatto sognare generazioni di bambini e ispirato grandi registi, primo fra tutti il maestro Fellini.
La debolezza di base del volume è rappresentata dall’intreccio narrativo in cui l’indagine vera e propria rimane in secondo piano rispetto al protagonista e alle sue emozioni. In questo modo, quelli che potrebbero essere dei colpi di scena vengono snocciolati al lettore in maniera a prima vista frettolosa, in un racconto in terza persona che non permette una totale immedesimazione con fatti e personaggi.
Nonostante questa scelta narrativa controcorrente, forse da regista più che da scrittore, Buonvino e il circo insanguinato è una lettura piacevole, che non annoia, anche grazie al fatto che si tratta di un romanzo breve, e in cui il lettore segue con un certo entusiasmo lo svolgersi della vicenda.
Editore: Marsilio
Pagine: 208
Anno di pubblicazione: 2024
AUTORE:
Walter Veltroni è nato a Roma il 3 luglio 1955. È stato direttore dell’Unità, vicepresidente del Consiglio e ministro per i Beni e le attività culturali, sindaco di Roma, fondatore e primo segretario del Partito democratico.
Oltre al primo capitolo delle indagini del commissario Buonvino, Assassinio a Villa Borghese, pubblicato da Marsilio nel 2019, ha scritto vari romanzi, tra i quali La scoperta dell’alba (2006), Noi (2009), L’isola e le rose (2012), Ciao (2015), Quando (2017), tutti editi da Rizzoli. Ha realizzato diversi documentari, tra i quali Quando c’era Berlinguer (2014), I bambini sanno (2015), Indizi di felicità (2017), Tutto davanti a questi occhi (2018) e la serie sulla storia dei programmi televisivi Gli occhi cambiano (2016). Nel 2019 è uscito il suo primo film, C’è tempo. Collabora con il Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport.