Omicidi esemplari di Carlos Salem

Omicidi esemplari
“La morte? La morte non c’entra niente, Justo. Quello che io cerco di fare per loro è cancellare gli oltraggi ricevuti dalla vita.”

Omicidi esemplari

Recensione di: Chantal Guzzetti

Trama:

C’è un feroce assassino che occupa le pagine dei giornali spagnoli: lo chiamano “Nessuno” perché così si definisce con le sue vittime. L’incarico è una bella rogna, e per questo viene assegnato a Severo Justo, poliziotto pluridecorato e incorruttibile, scomodo al punto da essere stato esiliato a Bruxelles. Severo Justo è anche un uomo con un passato particolare: ex sacerdote e vedovo (dopo che un’auto pirata ha ucciso sua moglie e sua figlia), non ha mai superato il lutto, e così ha deciso che, una volta risolto quest’ultimo caso, si toglierà la vita.

Per affrontare le indagini mette insieme la Brigata degli Apostoli, una squadra di professionisti di grande talento ma con caratteri peculiari: la dottoressa Dalia Fierro, psichiatra con molti dottorati e altrettante personalità che discutono nella sua testa; una hacker ottantenne; un medico legale che dialoga con i morti; un poliziotto vecchio stampo tutto urla e manganello; un funzionario di polizia inetto e ruffiano… L’assassino però è patologicamente attratto dalla personalità e dal passato di Severo Justo e decide di sfidarlo. Il caso si trasforma così in un duello tra due personalità ossessionate, seppur in modo diverso, dall’odio e dalla sete di vendetta.

Recensione:

A metà strada tra il thriller e il giallo, Omicidi esemplari si sviluppa in un contesto che appare spesso ed è palpabile per chi conosce Madrid abbastanza bene. Tuttavia Carlos Salem non ne fa sentire gli odori, si concentra molto di più sulle emozioni dei suoi protagonisti.

Esemplare è l’idea di creare una Brigata speciale per i crimini internazionali che sarà un’espediente governativo per scaricarvi le colpe di un caso irrisolvibile.

A Madrid un serial killer, abile e machiavellico (stile Moriarty, per chi conosce Sherlock Holmes), rapisce e uccide personaggi di alto livello che, proprio grazie ai loro soldi e posizione sociale, hanno scampato delle condanne.

Si tratta di assassini che l’hanno fatta franca alla faccia della giustizia e delle famiglie delle vittime. L’idea che la Brigata debba anche sfidare l’opinione pubblica, nel mondo dei social, dà più brio al racconto.

La Brigata che Carlos Salem ha creato è variegata e stravagante allo stesso tempo, a tratti fin troppo sopra le righe. Sì, perché a volte per distinguersi si esagera, come, ad esempio, decidendo di mettere come hacker una donna anziana, nonna di un poliziotto. Davvero poco credibile, ma che in fondo, nel contesto di Omicidi esemplari, trova una sua collocazione. Carlos Salem infarcisce bene la storia, coinvolgendo anche un senzatetto con cui la nonna hacker pare avere una relazione.

Entrando ancora più a fondo, parlando del gruppo di disgraziati messi a risolvere questo caso intricato, Dolores, la nonna hacker, non è il personaggio più bizzarro.

Il premio in originalità lo vince Caronte, un patologo forense che parla con i morti. Caronte García è decisamente sopra le righe, ma la sua costruzione e collocazione è geniale. Ha decisamente vinto, anche se il protagonista di tutta la storia è Severo Justo, capo della Brigata con un passato davvero difficile e complicato e che tutti rispettano.

Se è vero che è questo gruppo variegato a reggere l’intera storia, è Justo a scriverla e modellare Omicidi esemplari nelle mani del lettore.

L’autore crea due storie parallele di grande interesse: una è quella legata all’assassino seriale e alle sue vittime, insieme all’investigazione, l’altra è tutta la storia di Justo, il suo passato e il suo eterno dolore che lo porta a pensare, ogni giorno, al suicidio.

È poi anche l’assassino a fornire al poliziotto elementi per una vendetta reciproca. Le donne della vita del protagonista, infatti, sono state investite e uccise, vent’anni prima dei fatti narrati, da un pirata della strada che è rimasto impunito e che Justo non conosce. L’assassino invece sa chi è.

La narrazione è fluida e le vicissitudini di Severo Justo sono coinvolgenti. L’unica nota stonata è il modo di caratterizzare un altro dei personaggi molto importanti della Brigata: Dalia. Alcuni tratti della sua personalità sono discutibili, come il fatto di ripetere le parole che lei pensa in decine di lingue diverse… totalmente inutile. Alla fine, però, il personaggio della psicologa si rivela utile per il climax e creare un certo movimento nella struttura del testo.

Se dovessimo, comunque, assegnare delle stelle solo ai personaggi, Omicidi esemplari ne prenderebbe cinque per Severo Justo e per come Salem lo ha costruito. Un uomo incapace di abbracciare e di starsene su un letto a braccia aperte, come il Cristo in croce. Un simbolismo che ricollega al fatto che Justo, prima di essere un poliziotto, era un prete, e che, soffrendo a causa della perdita di moglie e figlia, non è più la stessa persona e rivaluta tutto della vita.

“E pensa che usiamo il “mai” con la stessa leggerezza del “sempre”, adesivi pubblicitari che si staccano appena inizia a soffiare la vita”.

Concludendo, si può affermare che Omicidi esemplari è certamente un romanzo unico nel suo genere, che l’autore ha ecceduto in qualcosa nel tentativo di essere originale, ma che è riuscito comunque nell’intento di scrivere un buon libro.

Traduzione: Pierpaolo Marchetti

Editore: Elliot

Pagine: 406

Anno: 2024

Autore:

Omicidi esemplari

Carlos Salem è nato nel 1959 in Argentina, Carlos Salem è uno scrittore, drammaturgo e giornalista argentino. Vive in Spagna dal 1988 dove ha lavorato in pubblicazioni come El Faro de Ceuta, El Telegrama o El Faro de Melilla.

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