Il sublime racconto “La donna che dipingeva il vento” di Giulia Dal Mas

La donna che dipingeva il vento
“Il cuore conosce ragioni che la mente non comprende.”

La donna che dipingeva il vento

Recensione di: Ilenia Ruzza

TRAMA:

Svezia, oggi. Lena ha trentacinque anni e lavora come ortopedico in una clinica di Stoccolma. Quando muore l’amato nonno, con cui aveva vissuto dalla perdita dei genitori, nella sua casa al mare trova un dipinto della bisnonna, Eva Peterson, pittrice di fama internazionale. Affascinata dallo splendido paesaggio montano raffigurato nel dipinto e ferita dal tradimento del compagno con cui sognava di costruire una famiglia, Lena decide di scoprire che cosa avesse ispirato la bisnonna e di partire. Cavalese, maggio 1914.

Dopo un lungo viaggio dalla Svezia, Eva giunge in Trentino: il padre, esperto di alberi, ha ricevuto dalla Magnifica Comunità della Val di Fiemme l’incarico di curare la foresta dei violini, gravemente danneggiata da un incendio. Abilissima a dipingere, Eva si innamora dei paesaggi delle Dolomiti e viene accolta con calore dalla famiglia Sieff, a cominciare da Andreas, figlio del proprietario della tenuta che la ospita. Scure nubi di guerra, però, si stanno addensando nei cieli, costringendo molti giovani di quella terra di confine a schierarsi dalla parte dell’Impero austriaco o da quella dell’Italia.

E sullo sfondo dei grandi cambiamenti portati dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale, Eva sarà costretta a fare una scelta che cambierà per sempre la sua vita e quella delle persone che ama… In un viaggio sulle orme del passato, tra gli abeti rossi e le suggestive cime del Trentino, Giulia Dal Mas ci racconta la storia di un antico amore, di una grande famiglia spezzata dalla guerra e di due donne, legate dal destino, che hanno saputo rimettere in discussione la propria vita.

RECENSIONE:

Giulia Dal Mas trova nella Val di Fiemme e più precisamente a Cavalese, un’ambientazione perfetta per il suo La donna che dipingeva il vento .

Una giovanissima Eva si trasferisce con il padre dalla Svezia in una terra che oggi è italiana, ma che nel 1914 era ancora sotto il domino austriaco. Il padre è stato incaricato, da una famiglia altolocata di Cavalese, di curare gli alberi malati dei boschi della Val di Fiemme: lui, infatti, ha un dono, quello di parlare con gli alberi, ascoltarli, capirli e curarli con pazienza.

Con un salto temporale ai giorni nostri, Giulia Dal Mas riporta il lettore direttamente in Svezia, a Stoccolma, per conoscere Lena, giovane trentacinquenne in crisi con lo storico fidanzato e pronipote della famosa pittrice svedese, Eva Petterson.

Il ritrovamento di un dipinto della bisnonna spinge la curiosa Lena a far chiarezza sul passato della donna e parte, forse scappa, alla volta di Cavalese. Qui, tramite un discendente della famosa famiglia facoltosa che assunse e accolse il trisavolo nel 1914, la ragazza entra in possesso del diario scritto proprio in quell’anno dalla sua bisnonna e si immerge nella sua lettura, scoprendo una storia lontana nel tempo ma fatta di sentimenti e passioni forti.

“Il fuoco è come il mare, giunge silenzioso e all’improvviso travolge ogni cosa.”

Ne La donna che dipingeva il vento il passato e il presente di queste due donne si intrecciano e inizia un viaggio nel profondo dell’animo umano.

Attraverso la lettura del diario di Eva, Giulia dal Mas, pone l’accento su un popolo che era diviso fra chi si sentiva Italiano e chi invece Austriaco (nella stessa famiglia potevano esserci posizioni diverse, proprio come accade in questa storia).

Evidenza altresì l’importanza dell’istruzione, soprattutto delle giovani meno abbienti, che troppo spesso erano costrette ad abbandonare gli studi molto precocemente perché servivano a casa o in campagna per lavorare. Mette in evidenza come la guerra divida e rompa per sempre legami famigliari, ma mette in luce anche gli aspetti psicologici che si porta dietro per chi la vive e per chi sopravvive.

Ma La donna che dipingeva il vento è un romanzo d’amore che pone l’attenzione principalmente sulla resilienza delle donne, sia quelle del 1914 che di quelle moderne. Evidenzia inoltre la loro capacità di andare avanti nonostante tutto si rompa, inesorabilmente, e benché si ritrovino completamente sole a rimettere in discussione la loro intera vita.

Emerge anche la potenza dell’amore, quello vero, intenso e passionale, che, nonostante sia sopito, torna ad esplodere nel momento più opportuno.

Giulia Dal Mas riesce ad affascinare il lettore grazie ad una scrittura molto scorrevole e una storia forte. La descrizione dei paesaggi trasmette tutta la calma che sa infondere la montagna e i personaggi della storia sono sempre ben caratterizzati e descritti, tanto che sembra di conoscerli da sempre. Eva è la vera protagonista indiscussa del romanzo e la sua storia è sapientemente accostata a quella di Lena. Le gesta di quest’ultima, nel corso del racconto, sembrano diventare sempre più marginali, ma riescono, in ogni caso, a supportare la storia di Eva.

La donna che dipingeva il vento si presenta diviso in sette parti, ognuna dedicata ad un colore, ognuno a rappresentare le tonalità della montagna che Eva tanto ama e con le quali riesce ad esprimere tutta se stessa e i suoi sentimenti.

EDITORE TRE60

PAGINE  432

ANNO DI PUBBLICAZIONE 2024

AUTORE:

La donna che dipingeva il vento

Giulia Dal Mas è nata a Pordenone e vive a Maniago con il marito, i tre figli e due chihuahua. Laureata in Giurisprudenza, ha una grande passione per la lettura e la scrittura, ama la cucina, i giardini, i vecchi edifici da rimettere in piedi e tutto ciò che sappia regalare emozioni.

Con il racconto The secret door ha vinto il concorso “Chrysalide Mondadori”. Il suo racconto La vita di Vera Walsh è stato pubblicato in un’antologia con prefazione di Sveva Casati Modignani. Nel 2014 ha scritto la novella La sposa nella torre (Delos Digital). Con Rizzoli ha pubblicato: Un perfetto angolo di cielo (per incontrare Mr Big) (2015) e Provenza mon amour (2016).

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