Aurora di Marina Visentin

Aurora
Una donna, un mistero, il filo sottile della paura.

Aurora

Recensione di: Silvia Deriu

TRAMA:

La vita di Gemma è un quadro armonioso dentro una cornice elegante. Gestisce una galleria d’arte nel centro di Milano, ha una vivace vita sociale, un fidanzato artista che vive sul lago Maggiore. Ma un giorno l’equilibrio si incrina, l’ordine svela il caos. Uno sconosciuto si insinua nell’esistenza di Gemma, comincia a pedinarla, a interrogare vicini e conoscenti.

Dopo giorni di terrore, Gemma scopre che gli strani eventi che l’hanno così spaventata erano dovuti a uno scambio di persona. Ma i bizzarri e imprevedibili ingranaggi del caso e del destino si sono messi in moto, e niente potrà essere più come prima. Perché Gemma custodisce un segreto che ogni notte si vendica dell’oblio cui è stato condannato tornando come un incubo che porta il nome di Aurora.

RECENSIONE:

Marina Visentin, l’autrice che ci aveva già affascinato col suo “Gli occhi della notte” (QUI la recensione di Thriller Life), torna alla ribalta con la sua ultima opera Aurora .

Questo noir ci racconta come la tranquilla vita di Gemma, la protagonista, venga stravolta da uno scambio di persona. Un evento che si sarebbe dovuto concludere con la scoperta dell’errore e che invece ha dato vita a una escalation di paure ed ombre furtive, e ad una confusione tra ciò che è reale e ciò che è immaginato.

Aurora è diviso in due parti. La prima è fondamentalmente un racconto sulle vicissitudini di Gemma che si deve dividere tra il suo lavoro nella galleria d’arte nel centro di Milano, dove sta esponendo la mostra su Ofelia, e la sua relazione con un fidanzato del quale oramai non è più innamorata.

In questa prima parte non troviamo nulla di quel noir che ci si aspetta. Leggiamo dei “giorni di terrore”, ossia i rumori che Gemma avverte provenire dalle scale di casa sua, si tratta forse di un estraneo nel palazzo?

L’unica componente degna di nota, qui, è quella in cui, durante il viaggio nella fascinosa Venezia, la protagonista si vede consegnare una busta misteriosa che contiene un inquietante collage.

La seconda parte di Aurora, invece, risulta essere quanto meno più interessante. Marina Visentin passa dalla descrizione, forse un po’ troppo fantasiosa, di una paura, alla rappresentazione del terrore puro nel momento in cui Gemma percepisce davvero la presenza di una persona nella tromba delle scale. Con orrore, la donna ascolta impietrita urla e tonfi.

“E tu dove vai? Cosa cerchi? Come sei entrato? Non penserai mica di andartene così? Fermo lì dove sei. Aiuto! Chiamate la polizia!”

Il racconto fa un salto di qualità con il ritrovamento della vicina di casa, la signora Parmeggiani, il cui cadavere giace sulle scale in una posizione innaturale.

Ed è qui che i pensieri di Gemma iniziano a viaggiare a ritroso nel tempo, fino a fermarsi nel passato e ad un nome: Aurora. Un passato tragico di cui nessuno doveva essere a conoscenza, ma che, forse, in qualche modo, qualcuno aveva scoperto e che stava usando per terrorizzarla.

L’interesse suscitato nella seconda parte del libro, però, decade sul finale, di certo poco scontato, ma abbastanza confuso. Una conclusione in cui è l’amore bugiardo ad essere la chiave di tutto.

Il punto debole di Aurora è, da principio, il titolo stesso. Un nome che viene citato circa tre volte e che, nonostante rappresenti certamente un evento traumatico nella vita di Gemma, non può giustificare tutta la trama di un libro che purtroppo di noir ha davvero ben poco.

Un altro punto debole è proprio la storia stessa che risulta poco scorrevole da leggere e in alcune parti troppo descrittiva, tant’è che il lettore, ad un certo punto, rischia di perdere interesse.

Marina Visentin con il suo Aurora ha cercato di trasmettere al lettore il suo punto di vista su come il senso di colpa a causa di un tragico evento del passato non abbandoni mai chi ne è intrappolato, come una mosca nella ragnatela.

Editore: Laurana Editore

Pagine: 288

Anno di pubblicazione: 2024

AUTORE:

Aurora

Marina Visentin è nata a Novara, ma da quasi trent’anni vive e lavora a Milano. Giornalista, traduttrice, consulente editoriale, una laurea in filosofia e un lontano passato da copywriter in un’agenzia di pubblicità. Ha collaborato con varie testate nazionali, scrivendo di cinema e altro; attualmente si interessa di scrittura autobiografica, organizzando laboratori a Milano e dintorni. Ha pubblicato testi di critica cinematografica, saggi sulla storia del cinema, libri di filosofia e psicologia.

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