Il dio dei boschi
Recensione di: Samantha Calligaris
TRAMA:
E’ l’estate del 1975 quando Barbara Van Laar, adolescente problematica, scompare da Camp Emerson, il campo estivo fondato dalla sua ricca famiglia nel parco delle Adirondack. La notizia fa subito scalpore: anni prima anche suo fratello è Bear sparito nei boschi in circostanze misteriose, e non è mai stato ritrovato. La giovane investigatrice Judyta Luptack comprende subito che tutti nascondono qualcosa: gli uomini della famiglia, che ai tempi di Bear hanno tardato a chiamare i soccorsi; la madre dei ragazzi, incapace di riprendersi dal dolore; il capitano della polizia, che ancora una volta ha fretta di trovare un colpevole, e Tracy, l’unica amica di Barbara al campo e l’unica a conoscere i suoi movimenti segreti.
Mentre le indagini procedono , passato e presente si intrecciano, mettendo in luce tradimenti, menzogne, conflitti e giochi di potere. In questo romanzo, Liz Moore mescola thriller e dramma familiare raccontando una comunità dove ricchezza e benessere diventano gabbie che imprigionano affetti, desideri e ambizioni. Con uno stile limpido e ammaliante, “Il dio dei boschi” si addentra nelle contraddizioni umane come nel folto di una foresta impenetrabile, e ci consegna un ritratto memorabile della giovinezza, dell’amicizia e delle secondo possibilità che la vita concede quando si ha il coraggio di cambiare le regole.
RECENSIONE:
“Il dio dei boschi” di Liz Moore, oltre a portarci in un’ambientazione che profuma di spazi aperti, di purezza, di suoni e movimenti della natura, quelli dei monti Adirondack, ci conduce dentro il cuore di un thriller domestico, che sa di tutto tranne che di libertà.
Come le montagne, che dietro il loro aspetto rassicurante nascondono insidie e pericoli, anche le famiglie non sono sempre il porto sicuro delle persone. Da questa metafora si evince che l’apparenza è capace di mascherare i segreti più inconfessabili.
Liz Moore ci porta in una di queste famiglie, in cui proprio molteplici segreti vengono a galla, attraverso un concatenarsi di storie e punti di vista che si intrecciano tra passato e presente.
“Il dio dei boschi”, caratterizzato da un’importante complessità narrativa di eventi e personaggi, racchiude molteplici tematiche che colpiscono il lettore con uno stile puntuale e preciso che non lascia spazio a interrogativi.
Oltre alla capacità di riuscire a intrattenere, nelle storie che si dipanano all’interno de “Il dio dei boschi”, Liz Moore non manca di analizzare in modo profondo e preciso i vari protagonisti, presentandoli al lettore nella loro interezza.
Personaggi complessi, con sfumature caratterizzanti e uniche, che spaziano dai dettagli caratteriali, all’età, alla classe sociale e alle ideologie.
Ma il fulcro de “Il dio dei boschi” sono sicuramente le tematiche che emergono dalle vicende raccontate dalla Moore in queste pagine: collocate in modo ineccepibile nella storia, congruenti ai personaggi, ne fanno risaltare il valore.
Sembra remoto il tempo in cui si parlava di potere e dell’immagine solida e pulita che alcune famiglie erano tenute a mostrare: invece è più attuale di quello che si pensi. La Moore ci guida proprio in uno di questi nuclei familiari dove il potere e l’immagine sono il fulcro attorno al quale ruota la vita di tutti i suoi membri: anche a costo di essere infelici, anche a costo di perdere la propria integrità.
Il potere che comanda, che nasconde, che imbroglia, che sottomette. Sì, perché chi ha il potere ha anche la possibilità di cambiare le carte in tavola a suo favore. Quella che Liz Moore ci racconta è una storia in cui è l’uomo ad essere a capo di tutto e a battersi per difendere la propria immagine. La donna è solo un elemento di contorno, la bella presenza che serve a dare credibilità alla famiglia e lustro al marito. La donna viene privata di sé stessa, dei suoi istinti: è svuotata, inerte, sottomessa da uomini violenti e non solo fisicamente. Si parla di violenza psicologica, quella che fa ammalare, quella che uccide l’anima.
Tuttavia, i ricchi detentori del potere, non sono in grado di contare solo su sé stessi: per agire hanno bisogno di una serie di dipendenti che a loro volta diventano protagonisti in questa vicenda.
Inoltre, cosa si sarebbe disposti a fare per la propria famiglia? Per garantire un futuro ai propri figli? Probabilmente, tutto.
La Moore dunque, punta l’attenzione anche sui bambini in questo romanzo, sulla sofferenza di questi ultimi per le loro situazioni familiari, i loro desideri nascosti, le loro mancanze e la loro solitudine.
Ma “Il dio dei boschi” dà al lettore la possibilità di credere che le cose a volte possono trovare la loro giusta collocazione, quando si fa valere il coraggio. Giustizia può essere fatta. Questo è un libro che dà valore all’amicizia, quella incondizionata, quella che regala presenza e sapere.
Una storia intrigante, scorrevole, in cui il lettore viene sopraffatto dalle emozioni: dalla rabbia, alla tristezza, alla compassione. Un percorso in famiglie diverse per ruoli e valori, un percorso dentro personaggi che hanno molto da raccontare e da farci vivere. Un percorso in un’indagine studiata in ogni minimo dettaglio, dove si può parlare con fierezza anche di riscatto femminile.
Un thriller domestico “Il dio dei boschi” dunque, che, senza perdere di vista l’indagine, riesce a catturare il lettore grazie a contenuti ricchi di riflessioni.
Traduzione: Ada Arduini
Editore: NN Editore
Pagine: 544
Anno di pubblicazione: 2024
AUTORE:
Liz Moore è una scrittrice e musicista americana, e insegna Scrittura creativa alla Temple University di Philadelphia. NNE ha pubblicato I cieli di philadelphia (2020), da cui è stata tratta la mini serie Long Bright River, Il mondo invisibile (2021) e Il peso (2022), romanzo che è stato selezionato per l’International IMPAC Dublin Literaly Award e ha imposto il talento di Liz Moore sulla scena letteraria internazionale. Tradotto in più di venti paesi, Il dio dei boschi è uno dei bestseller americani del 2024, selezionato per il Summer Book Club di Jimmy Fallon e incluso da Barack Obama tra i migliori libri dell’anno.