Luca Crovi: Il gigante e la madonnina

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Maggio 1932. Sotto lo sguardo attento della Madonnina, i milanesi si preparano ad assistere all'evento sportivo del momento: il ritorno sul ring di San Siro del boxeur Primo Carnera. Osannato da Mussolini per incarnare la forza e il coraggio dell'Italia fascista, le sue gesta e le sue vittorie in giro per il mondo l'hanno ormai reso un simbolo dello spirito nazionale all'estero, un motivo d'orgoglio per l'intero Paese. Eppure, qualcuno trama nell'ombra perché il gigante del pugilato italiano perda il

Maggio 1932. Sotto lo sguardo attento della Madonnina, i milanesi si preparano ad assistere all’evento sportivo del momento: il ritorno sul ring di San Siro del boxeur Primo Carnera. Osannato da Mussolini per incarnare la forza e il coraggio dell’Italia fascista, le sue gesta e le sue vittorie in giro per il mondo l’hanno ormai reso un simbolo dello spirito nazionale all’estero, un motivo d’orgoglio per l’intero Paese. Eppure, qualcuno trama nell’ombra perché il gigante del pugilato italiano perda il proprio incontro. Qualcuno con cui il commissario Carlo De Vincenzi, conosciuto da tutti come “il poeta del crimine”, ha già avuto a che fare in passato. Intanto, la morte di una giovane donna impegna il poliziotto. Si è lanciata dalla cima del Duomo ma a De Vincenzi qualcosa non torna…
Dopo i due precedenti romanzi, continua l’omaggio appassionato di Luca Crovi alla Milano che fu, e al poliziotto di culto del giallo italiano creato da Augusto De Angelis a cavallo tra gli anni Trenta e Quaranta.

Recensione

È una Milano ammantata di mistero quella raccontata da Luca Crovi nel suo terzo romanzo dedicato al Commissario Carlo De Vincenzi. All’ombra del Duomo si intrecciano le vite di figure realmente esistite, appartenenti alla memoria stessa della città. La Madonnina, che risplende sul vertice più alto e che sembra abbracciare con il proprio sguardo la Milano del Ventennio, osserva i destini di uomini e donne e, silenziosamente, ne conosce i segreti più oscuri. Qualcosa di terribile sta macchiando di sangue i marmi e la sacralità degli altari. Al Commissario De Vincenzi il compito di sbrogliare la matassa. Al lettore quello di seguirlo per le vie della città, incontrando ogni volta un personaggio e una storia differente, fino all’inevitabile epilogo che riannoda tutti i fili narrativi tessuti dall’autore.

Il Gigante e la Madonnina prima ancora di essere un giallo in senso stretto (o classico, se preferite) è anzitutto un accorata dichiarazione d’amore alla città di Milano, che con la scrittura di Crovi si fa teatro di una storia realmente accaduta. Curiosamente il protagonista, unico personaggio di fantasia della vicenda, nasce dalla penna di un altro scrittore (di culto), Augusto De Angelis, uno dei pionieri del giallo all’italiana. Un omaggio nell’omaggio, dunque, attraverso cui Crovi propone un romanzo breve che si rifà alle vecchie (ma non stantie) atmosfere di un certo modo di raccontare i delitti, in cui a dominare sono il piacere della ricostruzione storica e la qualità della prosa.

Un romanzo che, per i lettori più voraci, può durare anche lo spazio di un solo pomeriggio. La storia è fulminante, rapida, proprio come si conviene ad una rappresentazione teatrale costruita su pochi atti, in ognuno dei quali un pezzo del mosaico è raccontato ponendo al centro della scena un personaggio differente. 

Un libro la cui lettura si rivela divertente proprio perché basato su fatti reali e su figure storiche che pur appartenendo ormai ad un lontano passato, continuano ad essere degne di nota. Chi non conosce Primo Carnera, ad esempio, il colossale pugile le cui gesta vengono ricordate ancora oggi, mentre figure meno note, magari perché più strettamente legate alla storia di Milano, qui prendono vita nel racconto, che si fa quindi anche biografico.

Va anche detto che l’elemento tipicamente giallo non è poi così predominante. Il mistero e gli aspetti investigativi tipici del genere restano sullo sfondo, meri strumenti sfruttati da Crovi per dare voce ad una storia che merita di essere conosciuta soprattutto perché legata ad un passato, quello del Ventennio Fascista, con il quale il nostro paese e certi ambienti culturali devono ancora fare pienamente i conti. L’importanza della memoria, del non dimenticare anche le storie più piccole di quell’epoca sciagurata, passa anche da qui, da un romanzo che potremmo definire “giallo ma non troppo”, ma certamente vero come le tante storie che racconta.

Autore

Luca Crovi è redattore alla Sergio Bonelli Editore, dove cura le serie del commissario Ricciardi e di Deadwood Dick. Collabora con diversi quotidiani e periodici, ed è autore della monografia Tutti i colori del giallo (2002) trasformata nell’omonima trasmissione radiofonica di Radiodue. Per Rizzoli ha pubblicato L’ombra del campione (2018) e L’ultima canzone del Naviglio (2020).

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