L’odore della paura di Manuela Fanti

L'odore della paura

L’odore della paura

La famiglia Sarti convive con il dramma della malattia del piccolo Daniel, una forma rara di epilessia. Il loro matrimonio ne risente, sia per i solchi indelebili che ha lasciato la malattia di Daniel, sia per l’assenza del marito. Un giorno, la polizia piomba nella loro vita.

Il commissario Mizio Serra segue le tracce di un serial killer, soprannominato la Bestia, che rapisce adolescenti e le restituisce fatte a pezzi.

Le indagini seguono il normale corso, fino a quando, viene trovata un’auto abbandonata e al suo interno rinvengono oggetti appartenuti a una delle vittime. Da quel momento è caccia spietata all’assassino inseguendo le sue tracce in un passato che stravolgerà il presente dei protagonisti.

RECENSIONE

La gente soffre, tutti, nessuno escluso. Per qualsiasi motivo del cazzo, crudele o triste, dipende, resta il fatto che la gente soffre in questo mondo di merda. Noi siamo testimoni di una tra le peggiori sofferenze, ma non possiamo accollarci il dolore di tutti…

Sofferenza, crudeltà, dolore, sono i sentimenti che si respirano in questo thriller ad altissima tensione che ha la capacità di attrarre il lettore come una calamita, incollandolo alle sue pagine fino alla fine.

Con una scrittura diretta, senza filtri, estremamente realistica ed efficace, l’autrice immerge i lettori in due storie che scorrono parallele per tutta la prima metà del romanzo e che sembrano non avere nulla in comune se non la fragile complessità dei suoi protagonisti.

L’intreccio si fonda su un impianto narrativo costruito in maniera coerente e ben strutturata.

Le due vicende, quella della famiglia Sarti e quella della “Bestia”, il serial killer delle adolescenti, si alternano nel presente in capitoli brevi, funzionali a scandire il ritmo serrato della storia alimentandone sapientemente il pathos.

Il presente però affonda le sue radici nel passato, che farà il suo ingresso nella narrazione diventando lo snodo e il raccordo tra le due vicende che, da quel momento in poi, si fonderanno dando vita ad un intreccio ancora più articolato e avvincente.

Tutto era immobile, esangue, a parte i rami, che fremevano e ondeggiavano al ritmo del vento che li animava come fantasmi

grazie alle descrizioni dell’autrice che sceglie con accuratezza le parole, stimolando l’immaginazione del lettore.

Anche l’ambientazione riveste un’importanza fondamentale nell’economia del romanzo e nonostante “Ezzano” sia un nome di fantasia, le strade, le colline, i boschi e i sentieri che li attraversano non potrebbero essere più reali nella loro cupezza, ben rappresentata anche dalla copertina.

Un thriller che indaga, per portarli alla luce, i meandri più oscuri e nascosti dell’animo umano, che sfocia nel “noir” quando, senza tralasciare i particolari macabri, indugia nelle descrizioni dei ritrovamenti delle parti di cadavere:

Sono pezzi degli arti, mezza testa e parte di un polpaccio. Il cranio è stato tranciato a metà, il taglio netto ha spappolato la fronte e l’occhio sarà balzato fuori dall’orbita… La carne sembra essere stata strappata… i brandelli lasciano pensare a una pressa che li schiaccia, e tirandoli, li lacera

Un thriller che dipinge un importante affresco di figure femminili che ruotano attorno al commissario Serra, incaricato delle indagini, e alla “Bestia”.

Non solo vittime, ma anche parti attive della storia, portatrici ognuna di caratteristiche che le identificano e sollecitano l’empatia del lettore.

La fragilità di Sonia e Luna, la forza e l’intransigenza di Alice, l’intraprendenza e il senso del dovere di Anita, la misteriosa Lidia e l’inaccessibile Ivana, tutte donne che lasciano il segno in chi legge.

L’atmosfera che permea le pagine de L’odore della paura riflette l’oscurità della storia, lasciando filtrare pochissima luce, affidata per lo più agli sprazzi di umanità dei protagonisti:

A volte mi sembra di rivedere mio figlio. Lo sento ridere, parlare, chiamarmi da qualche parte dentro di me. Non esiste tempo, ricordo o terapia che sia d’aiuto

per il resto al lettore sembrerà di brancolare nel buio, immerso nelle tenebre che avvolgono i delitti e i misteri che essi celano.

L’odore della paura invade la mente di chi legge al punto che, una volta arrivati alla fine, non si può smettere di pensarci.

I suoi personaggi si fanno carne e ossa per uscire dalle pagine e diventare reali e vicini, ognuno con il proprio fardello di sofferenza da sopportare:

Stava seduto per ore, immobile, a fissare lo stesso punto. L’acqua sembrava petrolio, non vedeva nemmeno il riflesso della sua canna, perché il sole non arrivava fin lì sotto. Mizio lo sapeva bene, lo aveva sempre saputo. Ma a lui non interessava il sole, lui aspettava se stesso.

Editore: Bertoni – Collana Ira
Pagine: 308
Anno pubblicazione: 2023

AUTORE

Manuela Fanti nasce a Bologna nel 1976.

Oggi fa la retail manager per un’azienda tessile e vive in Sicilia. Ama la pittura, gli animali, la solitudine e l’arte sotto ogni sua forma.

Esordisce nel 2014 con il romanzo autobiografico Semplicemente Complicato (Edizioni Creativa). Ultime pubblicazioni: “Ciatu miu”, edizioni Nulla Die (2018), “Livore”, “Anima oscura” ed infine nel 2022 “Eco dall’Inferno” per Words Edizioni.

Condividi questo articolo:

Potrebbero interessarti anche: